Una discoteca vuota
2 minuti per la letturaCOSENZA – L’esperimento per l’apertura delle discoteche in Calabria si è fatto, ma a San Marino. E degli annunci in pompa magna di Spirlì a supporto del settore sono rimaste soltanto le parole, peraltro letteralmente sommerse dall’onda digitale quotidiana di dichiarazioni.
Di quell’esperimento, unico in Italia, studiato per dimostrare la fattibilità dei grandi eventi sia al chiuso che all’aperto in sicurezza non è rimasto nulla. Mentre Spirlì dava l’ok al test per allestire una discoteca covid free la Protezione civile chiudeva la faccenda con un sonori “no”. Bisognava comunque aspettare la pronuncia del Cts sulla riapertura, inutile provare a fare degli esperimenti di questo tipo.
Eppure soltanto ieri il Governo ha stabilito una data certa, il 10 agosto, per una possibile riapertura delle discoteche in tutta Italia, Calabria compresa. Nel frattempo proliferano le feste “abusive” fatte in spazi riconvertiti in simil-discoteche. Fatto che sta generando parecchio fastidio tra gli addetti ai lavori.
Nel frattempo in Calabria è sfumata anche la possibilità di mettere in pratica un’idea che avrebbe avuto enorme risonanza nazionale. Il piano era di allestire due vere e proprie feste al Dalì Beach Club e all’Atmosfera di Catanzaro.
Un test su un evento all’aperto e uno al chiuso per un totale di circa 1900 persone coinvolte. I volontari sarebbero dovuti arrivare all’ingresso con un certificato vaccinale con richiamo o un tampone con risultato negativo effettuato massimo 24 ore prima.
L’altra opzione sarebbe stato un tampone in sede. All’interno invece una festa tutta normale: zero mascherine e distanziamento. Infine le analisi: dopo 48 ore sarebbero dovuti iniziare i tamponi su un campione di circa 200-300 persone. Una vera e propria prova generale di green pass che, però, non c’è mai stata. O meglio: quello stesso protocollo è stato applicato nel microstato di San Marino una settimana fa. Stessi criteri, stessa “prova” e risultato al momento ottimale. Lo smacco è doppio: a partecipare quasi 3mila giovani italiani.
Nel frattempo quello che è rimasto alla nightlife danzereccia calabrese è un pugno di mosche. Gli organizzatori al momento combattono con la riconversione dei lounge bar in luoghi da ballo senza regole alcune. E a pesare stavolta è l’assenza di controlli in questa zona bianca generalizzata che va avanti sottotraccia da qualche settimana.
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