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Nicola Morra

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ROMA – «Tanti si sono scandalizzati per la scelta di inserire la Regione Calabria nella zona rossa. Non c’è niente di cui scandalizzarsi, questo è avvenuto solo perché secondo i dati elaborati attraverso ben 21 diversi parametri la Calabria risulta essere una regione a serio rischio. È così che il governo valuta i diversi livelli di pericolo. Il vero dato rilevante su cui riflettere invece è che da marzo a oggi la Calabria è riuscita ad aumentare di sole 6 unità i posti letto in terapia intensiva, quando secondo i piani concordati dovevano essere quasi 150».

Così il senatore del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia, in un video pubblicato su Facebook. «I fondi necessari – ha aggiunto il parlamentare calabrese – le sono stati garantiti dal governo attraverso il decreto Calabria e poi con tutte le misure varate quest’anno per affrontare l’emergenza pandemica allo scopo di rafforzare le strutture sanitarie nelle varie Regioni. Questo in Calabria non è avvenuto, sia chiaro a tutti».

«E voglio ricordare – ha ricordato Morra – un singolare balletto di cifre avvenuto appena due giorni fa: nel pomeriggio avevamo appreso che in Calabria erano 26 i posti di terapie intensive occupati da pazienti Covid; la sera stessa la Regione Calabria, contraddicendo se stessa, sosteneva che i letti occupati in terapia intensiva fossero solo 10, spiegando che vanno considerati tali solo i pazienti intubati e non quelli aiutati nella respirazione attraverso il casco. Il giorno dopo abbiamo saputo che questo cambiamento era servito ad abbassare un parametro e evitare che la Calabria venisse considerata zona rossa».

«La prossima settimana parlerò con il governo – ha concluso – bisogna garantire alla sanità calabrese persone preparate e coraggiose, che non si fermino di fronte ai tentativi, riuscitissimi finora, di infiltrazioni mafiose. Non possiamo andare avanti con un servizio regionale che spende tantissimo per la sanità privata senza garantire livelli di prestazioni accettabili e dignitosi per i calabresi».

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