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Caso centrale del Mercure: Occhiuto annuncia che la Regione difenderà la ‘norma Laghi’ alla Consulta: “ci opporremo al Governo”


LA REGIONE Calabria si costituirà in giudizio e si opporrà all’impugnativa del Governo contro la cosiddetta norma Laghi, un articolo dell’ultima legge omnibus approvata dal Consiglio regionale che vieta la presenza, nei parchi nazionali e regionali con sede in Calabria, di centrali a biomasse con potenza superiore ai 10 mw termici. Lo ha annunciato il presidente Occhiuto ieri, rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un evento in Cittadella.

Una decisione che non stupisce, visto il convinto sostegno del governatore alla norma presentata dal capogruppo di ‘De Magistris presidente’ lo scorso novembre e approvata anche con i voti del centrodestra. D’altra parte Laghi con la sua norma non fa altro che estendere a tutti i parchi calabresi una prescrizione contenuta nel piano del Parco del Pollino approvato dalla giunta Occhiuto nell’estate del 2023. Un piano nel quale si prevedeva per la Centrale del Mercure – impianto a biomasse che insiste sul Pollino – il ridimensionamento da 40 a 10 mw termici.

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Il Consiglio dei Ministri giovedì ha deliberato di impugnare la legge calabrese davanti alla Consulta, perché giudicata in contrasto con la normativa italiana ed europea in tema di energia e ambiente e con la Costituzione: violerebbe il principio della libertà dell’iniziativa economica e le competenze legislative in materia. «Non è la prima volta che il governo impugna le norme del Consiglio regionale. Ogni volta che lo ha fatto, nonostante sia un governo del mio stesso colore politico, noi ci siamo opposti davanti alla Corte Costituzionale – ha ricordato Occhiuto ai giornalisti – E in alcuni casi abbiamo vinto, come successo, per due volte, con le norme sugli Ncc. Sorgenia fa il suo, difendendo gli investimenti che ha fatto. Io però rimango assolutamente convinto che nel parco più bello d’Europa una centrale a biomasse tra le più grandi d’Europa non ci debba stare. Mi sembra una considerazione elementare».

E c’è anche una stoccata per il ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli, cui tocca proporre in Consiglio dei Ministri le leggi da impugnare. «È evidente che i rapporti col ministro Calderoli non sono più quelli che erano all’inizio della legislatura» ha detto ai giornalisti Occhiuto, con evidente riferimento allo scontro sull’Autonomia differenziata.
Sulla “norma Laghi” Occhiuto non teme neanche i malumori nella sua maggioranza. Perché è vero che la legge è passata con i voti del centrodestra, ma qualche giorno dopo la seduta di Consiglio, Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi di Azione (ai quali si è poi aggiunta la leghista Katya Gentile) hanno presentato una proposta in cui si chiedeva di abrogarla, seguita poi da una richiesta analoga del Pd.

«Sono proposte che sono state presentate quando ero ricoverato e non potevo seguire quanto accadeva» ha commentato qualche giorno fa Occhiuto su Ten, intervenendo ad Articolo21. Si parla di posti di lavoro a rischio, gli viene chiesto. «Sono una ventina i dipendenti e ho già detto in passato che la Regione è pronta a trovare soluzioni per loro. Così come è disposta a versare ai Comuni, che oggi prendono royalties da Sorgenia, dei contributi, da destinare alla valorizzazione del parco» ha ribattuto.
Quello che pensa delle proposte di abrogazione, in ogni caso, lo ha detto in Consiglio. «Se arrivano in aula, io voto contro e chiederò alla maggioranza di votare contro. Se l’esito dovesse essere diverso – ha detto – andrei a dimettermi entro un’ora».

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