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Il piano della regione e lo scoglio assunzioni in un sistema Sanità “poco attrattivo”, le stime sulla spesa per il personale (medici, Oss, infermieri e tecnici) nelle strutture
COSENZA – Un anno di tempo dall’idea all’indizione del concorso dell’emergenza-urgenza, 263 nuove assunzioni tra Pronto soccorso e ambulanze, e un vero e proprio esercito di personale da assumere per avviare le case e gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali. I tempi sono relativamente lunghi, poco più di un paio d’anni per ottenere la dotazione necessaria a far funzionare queste strutture.
E con una spesa stimata aggiuntiva sul groppone complessa: 11,8 milioni di euro all’anno per il personale negli ospedali di comunità, 5,2 milioni annui invece per le centrali operative territoriali, e 32,8 milioni di euro all’anno per le case di comunità. A pieno regime, secondo le stime della Regione, l’operazione Pnrr sul personale dovrebbe costare poco meno di cinquanta milioni di euro all’anno. Per le 67 case di comunità sono previsti 540 infermieri, 67 assistenti sociali, 216 operatori sociosanitari e 175 amministrativi.
Nelle 21 centrali operative territoriali invece sono previsti altrettanti coordinatori infermieristici, 84 infermieri e 42 operatori a supporto del personale. Infine gli ospedali di comunità: venti strutture per 160 infermieri, 100 Oss, 40 alla voce “altro” con funzioni riabilitative e 20 medici. Queste le stime che si scontrano con i tempi. È chiaro che le risorse stanziate al momento non basteranno per mettere a regime queste strutture, neanche per raggiungere il minimo numerico necessario al loro funzionamento. Questa è una partita tutta nazionale, con le federazioni degli ordini dei medici e degli infermieri che in queste settimane hanno messo in piedi diversi tavoli di lavoro per far fronte alla questione ed evitare potenziali cattedrali nel deserto.
Sul fronte lavori stando all’aggiornamento di luglio si procede spediti soprattutto sul fronte grandi apparecchiature. Su un totale di 286, ne sono state ordinate 233, consegnate 183 e collaudate 180. E i dati non sono ancora del tutto chiari. Nel documento è un continuo segnalare un disallineamento dei dati e la mancata trasmissione degli aggiornamenti sulla piattaforma nazionale. Ma in ogni caso per ospedali e case della comunità la situazione si fa più complicata. Delle sessantuno case di comunità previste solo una è nella fase di progettazione esecutiva. Le restanti restando indietro. In mezzo resta sempre il problema dei costi. Ancora troppo alti e con pianificazioni di spesa ormai da mettere in soffitta.
La questione continua a riflettersi sull’avanzamento dei progetti. Al momento dei sessantuno complessivi, quarantuno hanno incontrato difficoltà sul fronte costi. Anche undici dei venti ospedali di comunità invece si trovano nella stessa condizione e solo quattro sono in fasi di progettazione esecutiva. Poi c’è il punto sui fondi, anche se nella relazione viene specificato il mancato aggiornamento dei dati. Al momento la maggior parte dei fondi stanziati sulla missione 6 restano inutilizzati. Solo sugli ospedali di comunità la relazione ha segnalato un impegno di spesa di 1,4 milioni per il 2023 nonostante un “budget” previsto di 11,7 milioni di euro. Stessa cosa per le case della comunità. 1,8 milioni di euro circa impegnati dalla Regione rispetto ad un fondo annuale di 27,6 milioni di euro.
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