Giletti (di spalle) legge l'intercettazione della discussione tra Scura e Orofino
5 minuti per la letturaUN GIORNALISTA fa domande scomode, indaga con le fonti, verifica riscontri sulle notizie. E se la fonte è l’ex commissario della malmessa sanità calabrese capita che, per capire quello che deve scrivere, il cronista possa ascoltare come l’alto funzionario vede la Calabria istituzionale in tutte le sue pieghe.
Può capitare che ti parli anche di alcuni sospetti che ha, per esempio di come il suo fidato collaboratore sia morto. Che magari l’hanno potuto pure ammazzare, perché si era messo ad accertare i debiti della peggiore Asl d’Europa che sta a Reggio Calabria. E se il telefono dell’ex commissario è intercettato dai finanzieri quel dialogo diventa pubblico e finisce anche in televisione nel corso di una trasmissione.
Ieri sera a “Non è l’arena” di Giletti l’attività di indagine giornalistica di un collega della nostra testata, Paolo Orofino, è diventata argomento del finale del settimanale spazio che la popolare trasmissione dedica alla malasanità in Calabria.
Abbiamo il dovere di spiegare ai nostri lettori tutti i contesti di questa vicenda. Lo scorso 12 maggio, abbiamo deciso di pubblicare sul nostro sito un servizio (LEGGI) sui bilanci truccati delle Asl calabresi utilizzando le intercettazioni della Guardia di Finanza realizzate tra marzo e aprile di quest’anno. Con Marco Cribari, autore del servizio, abbiamo deciso di individuare i punti salienti della vicenda concentrandoci sulla figura di un misterioso “Peppino” ancora non identificato da riscontri e accertamenti.
Analizzando i documenti, abbiamo appreso che, “ascoltando” l’ex commissario Massimo Scura, le Fiamme Gialle hanno ritenuto utile acquisire alla loro indagine la conversazione con il nostro cronista Orofino a caccia di notizie e riscontri. Lo stralcio di intercettazione mostrato ieri sera per pochi minuti a tutto schermo da Giletti in televisione ad una vasta platea merita ora di essere conosciuto nella sua interezza per evitare confusioni e strumentalizzazioni.
Questi i fatti. Il cronista Orofino nel marzo scorso apprende da dirigenti e funzionari pubblici che la società KPGM è stata incaricata a livello nazionale di accertare cause e motivi del celebre “buco” sanitario calabrese, e pertanto chiede spiegazioni all’ex commissario Scura che ben volentieri le fornisce. Stiamo parlando di una società di consulenza di advisor, che per conto del Ministero dell’Economia accerta i bilanci delle Regioni. “Per sopperire alla mancanza di competenze” viene prestato una sorta di rafforzamento amministrativo con l’invio di due o tre persone della KPGM che si concentrano sul disavanzo dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria. Vengono subito identificate 5 aree di creditori per aree sospette.
Nel 2015, quando Scura era arrivato nel suo ruolo di commissario, il deficit cubava oltre 500 milioni di debito pregresso, maturati nei 15 anni precedenti. Si tratta di un accertamento immane. Scura – spiega ad Orofino – organizza subito, insieme al Commissario dell’Asp di Reggio Calabria, Santo Gioffrè, un primo gruppo di lavoro che analizzi fattura per fattura tutte le anomalie: “ma questo gruppo si è sciolto”. “Un tentativo andato a vuoto” rintuzza Orofino. E Scura ribatte “Aveva cominciato a dare frutti ma ad un certo punto si è sciolto. Il secondo tentativo è stato quello che stava andando a buon fine. Aveva come leader Consolato Campolo di cui lei avrà sentito parlare”. Campolo è morto per infarto, ma il suo decesso collegato all’attività di risanamento dell’Asl di Reggio Calabria ha sempre destato sinistri sospetti.
Scura continua la sua conversazione con Orofino, parlando di una terza equipe da organizzare con KPMG, ma l’arrivo del nuovo commissario Cotticelli frena ulteriori accertamenti.
Il resto è cronaca di oggi del nuovo commissario, del lavoro della società di consulenza rimasto inutilizzato, di Scura che apostrofa in modo ironico “quella grande intelligenza che governava la regione Calabria nel marzo 2017” che non proroga il contratto alla società di consulenza facendo sì – a suo dire – che il lavoro fatto venisse sprecato. Orofino chiede ulteriori lumi, non può credere che una società pagata per accertare debiti interrompa il suo lavoro, e quindi esorta Scura chiedendo “Ma la Calabria deve rimanere così?”.
E qui l’intercettazione diventa quasi un copione, un monologo teatrale alla Cocteau, con Scura che preso dalla passione e dall’indignazione mossa dalle domande del giornalista in una mattina di marzo dice, ascoltato dai finanzieri alla sua intercettata utenza: “Se noi calabresi non facciamo nulla perché cambi e non stiamo facendo nulla, ci meritiamo questo, sì. Non abbiamo chances, non abbiamo futuro. Poi se lei va a leggere i giornali dove scrivono i suoi colleghi che saltano sempre sul carro dell’ultimo vincitore, senza avere un minimo di critica, un minimo di mea culpa, un minimo di esame di coscienza. Guardi i politici, i consiglieri calabresi sono sempre gli stessi, addirittura qualcuno eletto con la sinistra si presenta nelle liste di destra e viceversa, però questo è il punto. Allora lei può anche cercare di capire cose che io le ho spiegato in termini molto semplici, ma sono molto più complesse, ma non sono questi i problemi. Se Campolo muore e nessuno ancora ha stabilito perché è morto, con chi è andato a cena l’ultima volta ci sarà un motivo? Lei che dice? Se il primo tentativo, fatto con un professionista di Roma, è fallito perché dopo 3 mesi nemmeno che lavorava se ne è andato, se Santo Gioffrè ha addirittura scritto un libro “lo so” in cui spiega quello che lui sapeva e che non è riuscito a portare avanti perché tra l’altro lo hanno immediatamente stroncato… insomma se vuole capire capisce, sennò…adesso io la devo salutare che devo uscire”.
Questo è il contenuto dell’intercettazione brevemente mostrata da Giletti ieri sera nella sua arena televisiva. L’abbiamo spiegata per interezza. Anche per far capire come è complesso il lavoro del cronista e come si lavora per fare comprendere complesse questioni.
Alla prosa giudiziaria i suoi compiti. Noi speriamo di aver esercitato quella giornalistica a beneficio di tutti.
Sui debiti dell’Asl di Reggio Calabria leggi anche quanto dichiarato al Quotidiano del Sud dal commissario Gianluigi Scaffidi.
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