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CATANZARO – «Tra Basilicata e Calabria 20mila addetti del comparto vivono con ansia e fibrillazione quanto sta accadendo in queste ore in Tim, la più grande azienda del settore, con il Governo assente e senza una visione di politica industriale per il mondo delle Telecomunicazioni. Ventimila lavoratori calabresi e lucani che operano nelle Telco, nelle Torri, nelle Ict, nella manutenzione e nell’installazione di rete e nei servizi di assistenza alla clientela». Lo affermano, in una nota, le segreterie regionali di Calabria e Basilicata della Slc-Cgil.
«L’assenza di una posizione chiara sulla rete unica – si aggiunge nel comunicato – dimostra grande irresponsabilità del Governo. La mancanza di una visione strategica industriale sul mondo della rete, sulla digitalizzazione e sulla connettività rischia di generare gravi problemi occupazionali in Tim, ex azienda monopolista di Stato, nel suo indotto ed in tutto il settore delle Telecomunicazioni».
«Come può l’Italia recuperare il digital divide, reso mostruosamente evidente dalla pandemia – chiedono i sindacati – se il Governo, la politica, non assumono un ruolo di indirizzo e di regolamentazione del mercato che assuma la connettività come diritto di cittadinanza? Non si può lasciare alla logica del liberismo sfrenato e della competitività sul minor prezzo un asset strategico per il sistema paese».
«Chiediamo alle Regioni Calabria e Basilicata ed alle deputazioni parlamentari calabresi e lucane – afferma ancora la Slc-Cgil – di intervenire sul Governo al fine di assumere un ruolo di garanzia per il futuro delle telecomunicazioni, a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, affinché la connettività diventi un diritto universale di cittadinanza per le popolazioni delle due regioni. Unitariamente Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, da mesi stanno denunciando con forza la situazione, che in queste ore sta precipitando, Chiediamo ai rappresentanti istituzionali locali e nazionali, sostegno alle nostre rivendicazioni. In assenza di risposte rapide non esiteremo ad avviare un percorso di mobilitazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi centrali della nostra piattaforma, inascoltati dal Governo».
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