Fabrizio Piscitelli alias Diabolik
2 minuti per la letturaLA “riconosciuta autorità criminale del sodalizio” emerge anche dal fatto che “un ristoratore di Anzio” vittima di un’estorsione, e il suo socio occulto Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik (ucciso il 7 agosto del 2019 nel parco degli Acquedotti, ndr.), si erano rivolti” al gruppo “per cercare aiuto e sostegno”. Lo scrive il gip di Roma Livio Sabatini nell’ordinanza di custodia cautelare con cui ha disposto 65 arresti nell’ambito dell’operazione condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma e coordinata dalla Dda di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, contro clan di ‘ndrangheta nei comuni del litorale romano (LEGGI). L’indagine ha anche svelato rapporti dubbi tra gli esponenti delle cosche e alcuni politici e amministratori (LEGGI).
LEGGI I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI
Il ristoratore “già conosceva Bruno Gallace ed era sì legato al punto da organizzare la festa di compleanno della figlia di quest’ultimo all’interno del suo locale in modo gratuito in segno di riverenza (20 giugno 2019 ‘omaggio nostrò) – si legge – La vicenda testé esaminata risalta l’autorità criminale del locale di ‘ndrangheta sul territorio: invero, l’estrema particolarità dell’estorsione con il coinvolgimento di terze persone che avevano agito nonostante fossero a conoscenza della cointeressenza di Fabrizio Piscitelli e la richiesta di intervento formulata dallo stesso Piscitelli recatosi al cospetto di Bruno Gallace nonché la richiesta di aiuto rivolta” dal ristoratore socio occulto di Diabolik “a Gregorio Spanò evidenziano la notorietà del locale di ‘ndrangheta ed il riconosciuto potere di controllo esercitato” sul litorale romano.
Una degli arrestati, Francesca Romagnoli, convivente di Bruno Gallace ”esternava il suo disappunto per la condotta del ristoratore e di Piscitelli (”con questi vai a fà le cose ma poi porti la gente a fà le prepotenze ad Anzio?”). Un altro arrestato, finito in carcere ”giudicava avventato il comportamento di Piscitelli il quale, gravato dalla misura di sorveglianza personale si era recato ad Anzio creato una situazione pericolosa (‘tu c’hai la sorveglianza, vai in un posto e vai a fà casino?’)”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA