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Un sequestro di soldi durante l'operazione Ares

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ROMA – Nei giorni scorsi, al termine delle procedure di estradizione, le autorità francesi hanno consegnato a quelle italiane l’ex latitante rosarnese Elia Rocco classe 80, arrestato il 20 novembre 2018, nella Guyana Francese, dalla locale Gendarmeria che ha operato in collaborazione con i militari del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro.

Elia Rocco, indagato nell’operazione Ares, aveva trascorso diversi mesi di latitanza tra l’Europa ed il Sudamerica, poiché le indagini condotte nei suoi confronti avevano consentito di ricomprenderlo nel novero degli elementi di rilievo di un’associazione finalizzata al traffico internazionale delle sostanze stupefacenti, riconducibile all’articolazione territoriale della ‘ndrangheta della cosca Grasso, radicata nella Piana di Gioia Tauro e riferibile alla società di Rosarno del mandamento tirrenico della provincia di Reggio Calabria.

Elia si era sottratto al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia – diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri, nell’ambito del quale era ritenuto responsabile di aver fatto parte di un’associazione finalizzata al traffico internazionale delle sostanze stupefacenti, reato aggravato perché posto in essere in maniera funzionale alle attività criminali del sodalizio mafioso di riferimento.

Infatti, lo stesso risulta avere avuto un ruolo assolutamente centrale nelle dinamiche criminali della cosca Grasso per quanto concerneva l’importazione dei carichi di cocaina dal Sudamerica. Il suo era un incarico essenzialmente di raccordo nella filiera ideata per riversare impressionanti quantitativi di cocaina nel territorio nazionale, tanto che le accuse mosse nei suoi confronti attengono alle mansioni che questo espletava per l’importazione della droga.

L’ex ricercato, infatti, aveva il compito di curare l’approvvigionamento della sostanza stupefacente, il conseguente confezionamento e la successiva commercializzazione nel territorio nazionale. La cattura del ricercato, eseguita in un paese dell’America Latina, è stata determinata dalla manovra investigativa avviata all’indomani dell’operazione di polizia denominata Ares, condotta dai militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro sotto la direzione della locale Direzione Distrettuale Antimafia, con il coordinamento del Procuratore Aggiunto Gaetano Calogero Paci e del Sostituto Procuratore Adriana Sciglio, che nel luglio del 2018 ha consentito di sottoporre a fermo di indiziato di delitto 32 soggetti, ritenuti essere gli elementi di spicco delle articolazioni territoriali della ‘ndrangheta Cacciola e Cacciola-Grasso, entrambe attive in Rosarno e, poco dopo, di dare esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 45 soggetti, con ruoli di rilievo nel perseguimento degli interessi illeciti delle due cosche rosarnesi. L’ex latitante si muoveva tra l’Europa ed il Sudamerica utilizzando dei documenti falsi.

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