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di MICHELE INSERRA

COSENZA – «Membri di clan mafiosi italiani hanno ucciso 30 persone in Germania a partire dal 1990». Lo ha reso noto il ministero tedesco dell’Interno, rispondendo ad una interrogazione della deputata ecologista Irene Mihalic.

“Sin dal 1990, l’Ufficio federale di indagini criminali (Bka) ha registrato 23 casi di omicidio attribuiti alla mafia italiana in Germania, con un totale di 30 vittime mortali“, segnala il ministero dell’Interno. «L’elevato numero di vittime è allarmante e illustra il gran pericolo rappresentato dalla mafia – ha commentato la deputata, secondo la quale i dati reali potrebbero essere anche più alti». Uno dei più gravi episodi attribuiti alla criminalità italiana è il massacro compiuto nel 2007 da esponenti della ndrangheta calabrese davanti alla pizzeria “Da Bruno” di Duisburg, in cui furono uccise sei persone della Locride, nell’ambito della faida di San Luca.
Si ritiene che organizzazioni mafiose siano particolarmente attive nel traffico di droga e le estorsioni ai danni di ristoranti italiani nei land tedeschi del Baden-Wurtemberg, Baviera, Assia e Reno Nord Westfalia.
Sono comunque tra gli 800 e i 1000 i membri della ‘ndrangheta presenti ed operanti in Germania: lo sostiene il governo tedesco in una risposta ad una interrogazione presentata al Bundestag dal gruppo parlamentare dei Verdi, pubblicata dalla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Secondo il governo tedesco, si presume che nel Paese ci siano tra 18 e 20 basi attive della organizzazione criminale calabrese. I servizi di sicurezza tedeschi avrebbero al momento individuato con certezza solo 344 presunti affiliati alla mafia calabrese, per cui «bisogna riconoscere che ci sono almeno tre volte il numero di membri in basi locali in Germania» ha detto Irene Mihalic, portavoce dei Verdi per la politica interna. «Questo è un enorme rischio per la sicurezza del Paese rispetto a cui bisogna ravvivare l’attenzione delle Istituzioni». Già nel 2012 il capo della polizia tedesca, Jörg Ziercke, aveva dichiarato che «la metà dei gruppi criminali identificati in Germania appartengono alla ‘ndrangheta che è inoltre il maggiore sin dagli anni Ottanta».

La ‘ndrangheta sarebbe il gruppo criminale italiano più numeroso in Germania. Cosa Nostra siciliana sarebbe “rappresentata” nel Paese con 123 membri. Inoltre ci sono le diramazioni della camorra dalla Campania con 94 membri e i clan della sacra corona unita, che in Germania hanno 18 esponenti.

La mafia italiana, spiega il governo tedesco, ha “un alto grado di organizzazione e di professionalità” rispetto agli altro gruppi criminali presenti nel Paese. Per nascondersi ha ultimamente rinunciato a compiere azioni violente e concentrano la loro attività sull’influenza di esponenti del mondo politico ed economico. L’organizzazione criminale calabrese comincia a mettere radici in Germania sin dagli anni’50, soprattutto nel Land della Renania Settentrionale-Vestfalia. La loro attività principale, inizialmente, è lo spaccio di droga, fatta arrivare direttamente dal Sud-America. Secondo un’inchiesta della Berliner Zeitung, ben presto la ‘ndrangheta avrebbe comprato numerose pacchetti azionari di società energetiche come la russa Gazprom. Negli anni Ottanta, i membri della ‘ndrangheta videro un grande introito di denaro attraverso la falsificazione di marchi tedeschi.

Negli anni, secondo il Bundesnachrichtendienst, cioè il servizio segreto tedesco, l’organizzazione calabrese avrebbe acquisito sempre più potere, infiltrandosi e influenzando gli amministratori pubblici e arrivando, addirittura, ai membri del Parlamento. I servizi segreti tedeschi hanno dichiarato che non solo la ‘ndrangheta si è infiltrata in Germania. Cosa Nostra, la mafia siciliana, sarebbe rappresentata da 123 membri. La Camorra campana conterebbe 94 affiliati, mentre la Sacra Corona Unita pugliese avrebbe 18 membri in Germania. Secondo il ministero degli interni tedesco, rispetto ad altri gruppi di criminalità organizzata, come la mafia russa, le organizzazioni italiane sono estremamente pericolose perché «hanno un grado elevato di organizzazione e professionalizzazione». Sempre secondo il ministero, i gruppi criminali italiani hanno, nel corso degli anni, diminuito gli atti di violenza per camuffare le loro attività criminali e non attirare troppo l’attenzione delle forze dell’ordine, acquisendo sempre più potere in campo economico e politico.

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