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Approvato dalla Corte dei Conti il piano di riequilibrio finanziario, accertata però la presenza di criticità.
LA Corte dei Conti, sezione controllo per la Calabria, nella seduta del 7 febbraio, ha approvato con prescrizioni il Piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che era stato approvato dal Comune di Lamezia Terme con deliberazione n. 35/2014 e sue successive rimodulazioni. Un piano che ha toccato, quindi, l’amministrazione di Gianni Speranza prima nel 2014 e quella di Paolo Mascaro poi, con la sua ultima modifica nel 2022.
Un piano travagliato sotto tutti i punti di vista. Si conclude così, con la delibera della Corte Conti, l’iter del Piano di rimodulazione, redatto per ripianare il disavanzo allora riscontrato.
I RILIEVI DELLA CORTE DEI CONTI
La Corte Conti, però, ha accertato, ai sensi dell’art. 148 bis Tuel, la presenza di criticità suscettibili di incidere e pregiudicare, in chiave prospettica, gli equilibri economico-finanziari del Comune, minandone la stabilità, come anticipato dal Quotidiano del Sud.
Sono stati ravvisati, infatti, «la sottostima – si legge nella delibera della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti – del risultato di amministrazione 2023 in ragione della sottostima del fondo contenzioso; dell’assenza dell’accantonamento a garanzia del debito per la liquidità ricevuta ex art. 243 quinquies del Tuel. Dell’assenza dell’accantonamento a garanzia del debito residuo nei confronti della Regione Calabria per fornitura idropotabile anni 1981/2004; dell’assenza a garanzia del debito per rifiuti solidi urbani verso la Regione Calabria».
Ed inoltre è stata accertata dalla Corte «la presenza al 31 dicembre 2023 di una componente del disavanzo da ripianare ai sensi dell’art. 188 Tuel in ragione dell’inapplicabilità degli articoli 39 ter e 39 quater del decreto legge 162/2019».
IL DISAVANZO NON È STATO RIPIANATO
A sentire la Corte dei Conti, dunque, non solo quel disavanzo non è stato ripianato, ma anche sottostimato, ma risuonano ancora le considerazioni del sindaco uscente Paolo Mascaro, il quale dichiarava di «aver annientato il disavanzo». A che è valsa, allora, quella sfida durata tutti questi anni trascurando la città con le strade dissestate, con i beni culturali abbandonati e con i fondi per il sociale bloccati, se poi non ha consentito l’esito tanto vagheggiato?
I magistrati della Corte dei Conti, a questo punto, dispongono «l’adozione di misure correttive entro 60 giorni dalla ricezione della delibera. L’ente, infatti, in sede di rendiconto della gestione 2024, dovrà costituire l’accantonamento a garanzia del debito residuo verso la Regione Calabria per fornitura idropotabile anni 1981/2004; dovrà provvedere a costituire l’accantonamento per il debito per rifiuti solidi urbani verso la Regione Calabria; dovrà adeguare l’accantonamento a titolo di fondo contenzioso/passività potenziali; dovrà costituire l’accantonamento a garanzia del debito per la liquidità ricevuta ex art. 243 quinquies del Tuel».
LO SCONTRO IN CONSIGLIO COMUNALE NEL 2023
A tal proposito giova ricordare quel consiglio comunale infuocato del 4 agosto 2023, con lo scontro dell’attuale amministrazione e l’allora collegio dei revisori, poi dimessosi, presieduto da Rocco Nicita, il quale rilevava «l’impatto negativo sul piano contabile e/o finanziario dell’assenza dello stanziamento a copertura dell’anticipazione di cassa art. 243 quinquies del Tuel».
Ed infine, in sede di bilancio di previsione 2025/2027 l’Ente dovrà provvedere ad iscrivere il maggior disavanzo presente al 31/12/2023 derivante dall’inapplicabilità degli articoli 39 ter e 39 quater del decreto legge 162/2019, prevedendo il ripiano secondo le modalità ordinarie di cui all’art. 188 del Tuel.
È stringente per l’amministrazione uscente il richiamo dell’art. 188 del Tuel, perché «il disavanzo di amministrazione, accertato ai sensi dell’articolo 186, è immediatamente applicato all’esercizio in corso di gestione contestualmente alla delibera di approvazione del rendiconto ed in ogni caso non oltre la durata della consiliatura (quindi entro maggio, ndr), contestualmente all’adozione di una delibera consiliare avente ad oggetto il piano di rientro dal disavanzo nel quale siano individuati i provvedimenti necessari a ripristinare il pareggio».
LE PRESCRIZIONI DELLA CORTE DEI CONTI
Sono prescrizioni pesanti quelle della Corte dei Conti che, in ogni caso, a pochi mesi dalla fine della consiliatura, ricadranno anche sul tavolo della prossima amministrazione se quella uscente non riuscirà ad adottare i documenti contabili in tempo utile.
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