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Elisabetta Gregoraci, testimonial della Calabria per la campagna #solodalcuore, promossa dalle imprenditrici agricole di Coldiretti

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COSENZA – La condizione femminile in Calabria è lontana da una sua totale emancipazione e la pandemia ha aggravato la situazione sul fronte del lavoro, della violenza domestica, delle parti opportunità.

E’ un 8 marzo particolare questo della pandemia.

«I dati del Rapporto Svimez 2020 sull’economia del Mezzogiorno – proseguono – hanno infatti registrato, sia in generale sia sul lavoro delle donne, l’aggravarsi di una situazione di crisi preesistente: gli effetti del lockdown si sono scaricati soprattutto sulla componente femminile occupata nei servizi con contratti precari, perché particolarmente al Sud la precarietà del lavoro delle donne è molto più elevata rispetto a quella del lavoro maschile. Il mercato del lavoro, e di un lavoro spesso in nero, marginalizza in primo luogo le donne che in Calabria, in assenza di un welfare realmente rispondente ai bisogni delle persone, sono da sempre impegnate nella cura di figli e persone anziane e fragili», sottolinea. il segretario generale della Cisl calabrese Tonino Russo e la responsabile del Coordinamento donne, giovani e immigrati della Cisl regionale Nausica Sbarra.

Dati questi confermati da una ricerca dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Imprese Calabria dalal quale emerge una riduzione importante degli occupati donne in Calabria: parliamo di meno 16 mila unità lavorative nel terzo trimestre del 2020. In particolare sono 190 mila occupate totali al terzo trimestre 2020: 41 mila (21,8% del totale) occupate indipendenti, meno 9 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -17,9%; 149 mila occupate dipendenti al terzo trimestre 2020, meno 7 mila rispetto al terzo trimestre 2019, pari al -4,8%.

Ma non è tutto nero. Le imprese rosa della Calabria sono 44.244, e di queste il 13,2% sono artigiane (5.826), di cui 1.022 (pari al 17,5% % su totale imprese artigiane femminili) gestite da giovani under 35, mentre quelle guidate da straniere sono 443 (7,6% sul totale imprese artigiane femminili). I maggiori settori in cui operano solo quelli dei servizi alla persona, con il 62,3% delle imprese registrate – in lieve aumento tra il 2019 ed il 2020 (più 1,3%) – e del manifatturiero, in cui si concentra il 24,2% delle imprese.

Di fronte a un quadro così desolante si moltiplicano le iniziative in occasione della giornata delle donne. Un palloncino rosso sarà lasciato lungo la strada statale 106 Jonica, esattamente nei luoghi in cui molte donne hanno perso la vita o subìto incidenti. «Con questa iniziativa, il Centro Studi politico sociali Don Francesco Caporale – è scritto in una nota – intende celebrare l’8 marzo e al contempo evidenziare come, se è vero che molte tragedie dipendono dalla violenza e dalla sopraffazione nei confronti del mondo femminile, tante altre stragi sono figlie di istituzioni che non mantengono le promesse fatte; la mancata messa in sicurezza della statale jonica è proprio uno dei ripetuti impegni assunti dalla politica e mai onorati».

Il Centro studi e ricerche dell’organizzazione di volontariato «Basta Vittime Sulla Strada Statale 106» afferma che dal 2013 ad oggi sono 93 le donne che hanno perso la vita lungo la statale106. Si tratta di lavoratrici, spesso madri e in alcuni casi anche di bambine.

Sarà invece Elisabetta Gregoraci la testimonial della Calabria per la campagna benefica #solodalcuore, promossa dalle imprenditrici agricole di Coldiretti a favore dei giovani volontari del Cuamm Medici con l’Africa che operano nel continente africano e sono impegnati a sviluppare una cultura sanitaria e preventiva anche con la formazione del personale sul posto».

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