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Condanna milionaria da parte della Corte dei Conti nei confronti di 6 tra dirigenti e funzionari Anas per la realizzazione dei lavori sul tratto tra Mileto e Rosarno dell’Autostrada A2 del Mediterraneo
CATANZARO – La Corte dei Conti della Calabria ha condannato sei persone, tra dirigenti e funzionari Anas, accogliendo la richiesta della Procura, guidata da Romeo Palma e rappresentata in giudizio dal sostituto Maria Gabriella Dodaro, al risarcimento del danno per una somma complessiva pari a 7 milioni 870 mila euro. La condanna è giunta in relazione ai lavori effettuati su un tratto autostradale dell’A2 del Mediterraneo compresa tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria. In particolare, sotto accusa sono i lavori sul tratto tra gli svincoli di Mileto e Rosarno oggetto nel 2017 di una inchiesta con relativi arresti messa a segno dalla Guardia di Finanza (LEGGI).
Accogliendo la ricostruzione dell’accusa, il Collegio ha ritenuto che i progettisti (che avevano già definito il giudizio con rito abbreviato subendo la condanna a pagare l’importo di 366 mila euro), i Rup ed il direttore dei lavori siano da ritenersi responsabili per il danno generato dall’omessa ed insufficiente valutazione del rischio idraulico dell’area in cui si trova il tratto Mileto-Rosarno. Una omissione che, per come evidenziato dalla Procura ed accolto dal Collegio, ha condotto alla realizzazione di un tratto di autostrada sostanzialmente e concretamente soggetto al rischio di inondazione da parte del sottostante fiume Mesima. Sulla base degli atti processuali, risulta anche che l’insufficiente valutazione del rischio idraulico sarebbe comprovata «dall’omessa acquisizione del necessario parere da parte dell’Autorità di bacino regionale».
LAVORI SULL’A2 NEL TRATTO MILETO-ROSARNO, LE CONDANNE DELLA CORTE DEI CONTI
Andando nello specifico, le persone condannate sono Marco Angelo Bosio, in qualità di Rup che aveva validato il progetto (2.908.590,69 euro); Giovanni Parlato, geologo (484.765,11 euro); Giovanni Fiordaliso (classe 1970), direttore dei lavori, (2.770.261,97 euro); Consolato Cutrupi, Rup nella fase esecutiva (1.004.295,34 euro); Vincenzo De Vita, direttore della qualità dei materiali (430.172,41 euro); Salvatore Bruni, direttore operativo contabile (271.686,54 euro).
Inoltre, per la Corte dei Conti, il direttore dei lavori ed il direttore operativo sono «gravemente responsabili anche per il mancato controllo dei conglomerati bituminosi utilizzati per asfaltare l’area autostradale in questione, oggi percorribile alla velocità di soli 80 chilometri orari a causa della scarsa qualità del materiale bituminoso utilizzato». Sul punto viene precisato come «all’esito dell’espletamento di una consulenza tecnica», i tecnici abbiano riscontrato come «gli strati del conglomerato utilizzato per asfaltare l’area non sono qualitativamente conformi a quanto richiesto dalla normativa di settore e previsto nel contratto con l’appaltatore».
A questo si aggiunge anche il dato che «per il tappeto d’usura drenante» i tecnici hanno riscontrato difformità in termini fisici per problematiche riguardanti spessore (in media del 30%), aderenza trasversale (in media del 18%), regolarità superficiale (in media dell’1%) e drenaggio (in media del 46%)». Infine, nella sentenza i giudici hanno altresì ritenuto il direttore dei lavori, il rup ed il direttore operativo di cantiere «responsabili per il danno da contabilità infedele quale danno derivante dalla contabilizzazione di lavori non effettivamente realizzati».
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