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Luigi De Magistris

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Il parere dell’ex pm Luigi de Magistris sul caso del giornalista Paolo Orofino spiato con un trojan: «Esiste il diritto di cronaca ma anche il dovere di cronaca giudiziaria»

PURE L’EX PM Luigi de Magistris, censura quanto scoperto nei giorni scorsi, circa l’intercettazione telematica subita dal cronista calabrese. Si ricorda che tutto nasce da un’intercettazione ambientale nell’automobile in uso all’allora procuratore di Castrovillari, Eugenio Facciolla. Orofino dialoga col magistrato e sulla base dei contenuti di tale conversazione, in cui si fa riferimento a non meglio specificate “carte” si dispone pure l’intercettazione del telefonino del giornalista, anche per mezzo del trojan perché «riceve notizie riservate – annotano i pm di Salerno – avvalendosi di soggetti non meglio identificati e con modalità non intercettabili per via telefonica».

GIORNALISTA SPIATO, LA POSIZIONE DI LUIGI DE MAGISTRIS

«Dopo Michele Santoro, Guido Ruotolo, Nancy Porsia e Massimo Giletti – dichiara Luigi de Magistris – ora nel mirino è finito Paolo Orofino, bravo e coraggioso giornalista del Quotidiano del Sud. Giornalisti coraggiosi intercettati da polizia giudiziaria e magistratura con lo strumento del Trojan che capta tutte le conversazioni telefoniche ed ambientali. L’obiettivo della magistratura è quello soprattutto di individuare gli autori di fughe di notizie, il più delle volte pubblici ufficiali, ma non solo, che indebitamente riferiscono fatti e notizie ai giornalisti.
La rivelazione di segreto investigativo è un reato, ma il mestiere di giornalista, che in determinati contesti ambientali è una vera e propria missione, rischiosa e mal pagata, gode di un ombrello di tutela anche costituzionale. Esiste il diritto di cronaca ma anche – rimarca l’ex magistrato – il dovere di cronaca giudiziaria. Intercettare un giornalista che fa il suo dovere, ricercare le fonti, verificare le notizie e pubblicare nei limiti consentiti dalla legge, è una modalità investigativa che non condivido per nulla, che andrebbe vietata mentre invece il governo italiano, solerte nell’eliminare le intercettazioni per contrastare corruzioni, mafie, truffe, peculati ed altri gravi reati, le vuole estendere ai giornalisti».

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