Nicola Gratteri
3 minuti per la letturaROMA – Doppia archiviazione al Csm per il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri. Non ci sono provvedimenti di competenza del Csm da adottare: questa la formula con cui il plenum ha chiuso i fascicoli aperti sulla base di due esposti relativi a dichiarazioni del magistrato sulle sue indagini, uno dei quali presentato dal presidente dell’Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza.
Caiazza lamentava tra l’altro che in un’intervista resa nel 2021 al Corriere della Sera, Gratteri avesse espresso rilievi “disdicevoli” nei confronti dei giudici del tribunale del riesame di Catanzaro. Proprio su questa specifica archiviazione il plenum si è diviso: troppo laconica la delibera, è stata l’obiezione di diversi consiglieri, alcuni dei quali hanno lamentato «la mancanza della motivazione». Così alla fine sono stati 14 i voti favorevoli a fronte di 10 astensioni, tra cui anche quelle del primo presidente Pietro Curzio e del Pg della Cassazione Giovanni Salvi.
Nell’intervista concessa all’indomani dell’inchiesta che aveva coinvolto anche Lorenzo Cesa, la cui posizione è stata in seguito archiviata, Gratteri aveva fatto, secondo il leader dei penalisti dichiarazioni «equivoche ed allusive» nei confronti dei giudici di Catanzaro. Rispondendo alla domanda su come mai le indagini della procura con centinaia di arresti venissero spesso ridimensionate dal tribunale del riesame, Gratteri aveva detto tra l’altro «credo che la storia spiegherà anche queste situazioni».
E all’ulteriore sollecitazione se intendesse riferirsi a indagini in corso su giudici, il procuratore aveva replicato: «Su questo ovviamente non posso rispondere». Prima del voto sull’archiviazione il plenum aveva bocciato la richiesta del consigliere Alessio Lanzi di un ritorno in Commissione. Non si può «liquidare con una battuta» l’esposto dei penalisti, servono «indagini per capire cosa è successo», aveva detto il laico di Forza Italia sostenendo che si sarebbe dovuta anche aprire una pratica a tutela dei giudici di Catanzaro. Impossibile farlo perchè «sono state svolte indagini su alcuni magistrati che hanno portato a contestazioni per falso e corruzione – la replica del consigliere Sebastiano Ardita – Si tratta di fatti successivi a queste dichiarazioni, che hanno dimostrato che il problema c’era, e non riguardava certo il procuratore».
Nessuno spazio per la pratica a tutela, nè per rilievi a Gratteri, anche per Elisabetta Chinaglia, togata di Area, che non solo ha ricordato le indagini su giudici di Catanzaro ma anche la procedura di trasferimento d’ufficio “attivata” dal Csm nei confronti del presidente del tribunale del riesame. Più che però delle frasi di Gratteri in plenum si è discusso sulle modalità di archiviazione con una delibera troppo stringata per tanti dei consiglieri che si sono astenuti.
La maggioranza ha invece sostenuto le ragioni dei relatore Carmelo Celentano, il quale ha ricordato che «in tutti i casi» in cui il Csm archivia un fascicolo perchè non ci sono provvedimenti di sua competenza da adottare, «non dà una motivazione compiuta». Si è voluta «nascondere la polvere sotto i tappeti» ha protestato Lanzi. Accusa respinta da Nino Di Matteo e ribaltata su «chi pensa che in nessun caso il procuratore possa illustrare i risultati delle sue inchieste» con un diretto riferimento alla legge sulla presunzione di innocenza, approvata da un Parlamento in cui siedono, «ben 132 avvocati» , tra cui molti aderenti alle Camere penali.
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