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CATANZARO – Prosegue senza intoppi l’udienza preliminare del processo «Rinascita-Scott» contro le cosche vibonesi e i loro sodali. La Corte d’Appello di Catanzaro ha dichiarato inammissibili le istanze di ricusazione del gup Claudio Paris avanzate da alcuni avvocati. Le istanze erano motivate dal fatto che il giudice Paris, nel corso delle indagini preliminari, ha svolto le funzioni di gip disponendo, in particolare, la riapertura delle indagini sull’omicidio di Alfredo Cracolici, a capo dell’omonimo clan di Maierato, ucciso l’8 febbraio 2002 a Vallelunga ad opera, secondo l’accusa, di Antonio Ierullo e Domenico Bonavota, nell’ambito di una strategia espansionistica della cosca Bonavota.

Un’altra istanza per la ricusazione del Gup, avanzata dagli avvocati Sergio Rotundo e Salvatore Staiano, è stata dichiarata inammissibile poiché giudicata nel merito come semplice attività procedimentale.

Nel corso dell’udienza che si è tenuta oggi nell’aula bunker di Rebibbia i sostituti procuratori Antonio De Bernardo, Annamaria Frustaci e Andrea Mancuso sono intervenuti per illustrare i documenti depositati nei giorni scorsi nonché nuovi atti depositati nell’udienza di oggi, ovvero gli esiti del Riesame dell’indagine «Imponimento», contro la consorteria vibonese Anello-Fruci, nel corso della quale sono emersi importanti collegamenti con la cosca Mancuso, considerata a capo delle ‘ndrine vibonesi. La Procura ha inoltre depositato un’informativa del Guardia di finanza in cui si portano a riscontro le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Bartolomeo Arena, Antonio Cannatà e Michele Camillò.

I pm hanno inoltre discusso dei verbali di interrogatorio resi dall’ex giudice della Corte d’appello di Catanzaro Marco Petrini nei confronti dell’avvocato Giancarlo Pittelli che, indirettamente, riguardano anche gli imputati Rocco Delfino e Giorgio Naselli. Il processo riprenderà venerdì con le discussioni dei pm riguardo le richieste di rinvio a giudizio.

Il gup Claudio Paris ha ammesso tutte le richieste di parte civile che erano state avanzate nel corso dell’udienza preliminare. Saranno parte civile nel processo, in base alla decisione del Gup, la Regione Calabria, i Comuni di Vibo Valentia, Tropea, Ricadi, Zungri, Mileto, Filogaso, Filandari, Stefanaconi, Zungri, Pizzo, Limbadi, San Gregorio d’Ippona, Sant’Onofrio; la Provincia di Vibo Valentia, l’associazione antiracket di Vibo, la Banca di credito cooperativo, la Fondazione nazionale antiusura, l’assicurazione Allianz, Naon Insurance. E poi privati come Giuseppe Sergio Baroni, vittima di usura, e Vanya Danova Lekova, titolare di una sartoria e vittima di estorsione, che dopo la denuncia vive in una località protetta con i figli. Baroni e Vanya Danova Lekova, assistiti dall’avvocato Michele Gigliotti, si sono costituiti parte civile contro tutta l’associazione criminale e non soltanto nei confronti dei loro estorsori. Contro la loro costituzione nel processo erano state sollevate numerose eccezioni che sono state tutte rigettate dal Gup.

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