Roberto Straccia
1 minuto per la letturaPESCARA – Era stato ucciso nel 2011 a 24 anni dopo essere scomparso da Pescara ed essere ritrovato ormai cadavere a Bari.
Il caso di Roberto Straccia, il giovane di Moresco in provincia di Fermo che, come detto, il 14 dicembre 2011, a 24 anni, scomparve a Pescara per essere ritrovato morto sul litorale barese il 7 gennaio 2012, verrà riaperto ufficialmente.
A deciderlo è stato il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pescara Elio Bongrazio, accogliendo l’opposizione all’archiviazione presentata dall’avvocato Marilena Mecchi che assiste la famiglia del ragazzo.
Nel marzo 2017 era stata disposta l’archiviazione del caso, ma Mecchi fece ricorso in Cassazione «per violazione del contraddittorio» poiché non le era stata comunicata la data di udienza per la discussione davanti al Gip.
Nel novembre 2018 la Cassazione ha annullato il decreto di archiviazione, rinviando gli atti al Gip, che oggi ha disposto il supplemento di indagine.
Mecchi ha chiesto che siano ascoltate alcune persone finite in un’intercettazione ambientale nel carcere di Lanciano (Chieti): in una conversazione la fidanzata di un pentito di ‘ndrangheta disse che Roberto fu ucciso da pregiudicati calabresi, indotti in errore dalla foto del profilo Facebook del ragazzo.
L’avvocato ha chiesto di ascoltare anche una parente del ragazzo che, secondo questa possibile ricostruzione, avrebbe dovuto essere assassinato al posto di Roberto, la quale, in una deposizione messa a verbale, affermò di avere saputo che la morte di Straccia era stata frutto di uno scambio di persona. Nei prossimi giorni si conosceranno le motivazioni della decisione del giudice.
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