Il tribunale di Torino
2 minuti per la letturaTORINO – Rivelazione shock durante il processo d’Appello Alto Piemonte, in corso a Torino contro i clan di ‘ndrangheta attivi al nord. Secondo quanto spiegato da un collaboratore di giustizia, un magistrato della procura di Biella nel 2014, Ernesto Napolillo, doveva essere “gambizzato” dalla ‘ndrangheta perché durante un interrogatorio aveva alzato la mano come se volesse percuotere un indagato.
Il retroscena è contenuto nei verbali di interrogatorio di un nuovo pentito, Cosimo Di Mauro, depositati ieri a Torino al processo d’appello Alto Piemonte. Di Mauro, considerato una figura di spicco dei clan a Biella, racconta che gli venne chiesto di sparare, e che lui rifiutò seccamente: «Mi hanno insegnato che giudici e carabinieri non si toccano»..
Cosimo Di Mauro si è pentito dopo essere stato condannato in primo grado a otto anni e otto mesi di reclusione. Si tratta di uno degli imputati del maxi-processo di ‘ndrangheta Alto Piemonte, che ha cominciato a collaborare con la giustizia in vista del processo d’appello, cominciato proprio ieri a Torino.
La procura generale, dopo avere depositato i verbali dei suoi nuovi interrogatori, ha chiesto di farlo deporre in aula.
Alto Piemonte era terminato il 30 giugno 2017 in tribunale con tredici condanne a pene comprese fra i tre e i quindici anni di carcere (LEGGI LA NOTIZIA SULLA SENTENZA ALTO PIEMONTE).
Uno dei suoi filoni riguardava l’interessamento della ‘ndrangheta al fenomeno del bagarinaggio del mondo del calcio e in particolare i presunti rapporti con ambienti legati alla Juventus (SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SUI PRESUNTI RAPPORTI TRA ‘NDRANGHETA E JUVENTUS): uno degli imputati è Rocco Dominello, ex capo ultrà per la Juventus, indicato nelle carte processuali insieme al padre Saverio come esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno.
Le dichiarazioni di Di Mauro, secondo quanto si è appreso, sono concentrate sulle attività delle cosche nel Biellese. La procura generale ha chiesto l’audizione di un secondo collaboratore di giustizia, il trentenne Domenico Agresta, che ha già testimoniato al processo d’appello Minotauro bis.
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