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Il sito della Meridionale Petroli di Vibo Marina

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L’incidente al deposito di Calenzano riporta all’attenzione dell’opinione pubblica la sicurezza sul lavoro, ecco le aziende calabresi considerate ad “alto rischio”


Sull’incidente al deposito Eni di Calenzano saranno le indagini a fornire chiarimenti sulle dinamiche che hanno determinato l’esplosione e il conseguente pesante bilancio in termini di vite perse. Gli inquirenti si stanno concentrando in particolare sul rispetto degli strumenti di sicurezza e prevenzione.
I dispositivi normativi sugli impianti sono stabiliti nel dl 105 del 2015 con cui è stata recepita la direttiva “Seveso III”, una direttiva, emanata dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea, sul controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con materie pericolose. Quelle a cui si fa riferimento sono spesso sostanze familiari (come l’ammoniaca, la benzina o il Gpl) ma quello che fa la differenza è il quantitativo presente negli impianti, nel caso di questi stabilimenti, infatti è in genere molto elevato.

LA SITUAZIONE IN CALABRIA

In Calabria sono 17 gli stabilimenti indicati dall’Ispra che ricadono sotto tale normativa, un numero che sembrerebbe non preoccupante se confrontato con quelli che l’Inventario Seveso indica per altre regioni.
In Italia, infatti, il primato spetta alla Lombardia con 247 stabilimenti a rischio di incidente rilevante, seguono Emilia-Romagna e Veneto con 87 e il Piemonte con 82, agli ultimi posti la Basilicata con 10, il Molise con 8 e la Valle D’Aosta con 4. La Calabria si colloca solo sestultima anche come conseguenza di un tessuto industriale marginale e in costante diminuzione.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca ambientale ha predisposto, in base agli indirizzi e con il coordinamento ministeriale, l’inventario degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. Gli stabilimenti inclusi nel campo di applicazione della norma statale sono suddivisi in due grandi gruppi, quelli di “soglia inferiore” in cui sono presenti quantità appunto inferiori di sostanze pericolose, e stabilimenti di “soglia superiore” in cui le sostanze pericolose sono presenti in quantità più elevate.

LAVORO, LE AZIENDE CALABRESI AD ALTO RISCHIO

Nel primo gruppo rientrano aziende di tutte le province calabresi: l’Eni di Vibo Valentia (Stoccaggio di combustibili anche per il riscaldamento, la vendita al dettaglio ecc.); Liquigas di Reggio Calabria (Stoccaggio di Gpl); Meridionale Petroli di Vibo Valentia (Stoccaggio e distribuzione all’ingrosso e al dettaglio ad esclusione del Gpl); Lamezia Gas (Stoccaggio di Gpl); Agn Energia di Strongoli (Stoccaggio di GPL); Sasà Gas di Santa Domenica Talao (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto); Sei Societa Esplosivi Industriali di Serra San Bruno (Produzione, distruzione e stoccaggio di esplosivi); Teca Gas di Lamezia Terme (Stoccaggio di Gpl); Emmediesse di Altomonte (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto); Energrado di Maierato (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto); Calabria Gas di Montalto Uffugo (Stoccaggio di Gpl); Ennersi di Isca sullo Ionio (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto).

I valori di soglia superiori appartengono agli impianti di: Garganogas di Montalto Uffugo (Stoccaggio Gpl); Butangas di Montalto Uffugo (stoccaggio di Gpl); Ultragas Cm di Sellia (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto); Energas di Lamezia Terme (Produzione, imbottigliamento e distribuzione all’ingrosso di gas di petrolio liquefatto); New Meca di Lamezia Terme (Lavorazione di metalli ferrosi (fonderie, fusione ecc.).
La direttiva Seveso stabilisce di fatto un doppio regime di competenza, lasciando alla Regione quelle relative agli stabilimenti di soglia inferiore, mentre conferma la competenza dello Stato (Ministero Interno) relativamente agli stabilimenti di soglia superiore. Per tutti è previsto sistema dei controlli, attraverso la pianificazione e la programmazione delle ispezioni negli stabilimenti

COSA SI INTENDE PER STABILIMENTI A RISCHIO

Cercando di spiegare cosa si intenda per stabilimenti a rischio di incidente rilevante è possibile affermare che si tratti di quelli nei quali, un evento come un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati, possano determinare un pericolo grave (immediato o successivo), per la salute umana o per l’ambiente. Questo può avvenire sia all’interno che all’esterno di questi stabilimenti e possono essere intervenire una o più sostanze pericolose. È bene sottolineare che il rischio, per tali stabilimenti, è definito da una bassa probabilità di evento incidentale ma da una elevata magnitudo. Si parla quindi di eventi poco probabili, ma dalle conseguenze disastrose, dovuti comunque a sviluppi incontrollati.

Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica spiega che la completezza di questo strumento normativo «permette ai gestori degli stabilimenti ed alle amministrazioni coinvolte di disporre di un vero e proprio “testo unico” in materia di controllo del pericolo di incidenti industriali rilevanti che definisce contestualmente ogni aspetto tecnico ed applicativo senza la necessità di riferimenti a successivi provvedimenti attuativi».

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