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Calabria, la scuola perde 5.162 studenti in un anno

CROTONE – La Calabria perde 5.162 alunni quest’anno, il dato è complessivo: si riferisce alla scuola dell’obbligo e alle superiori. «Sono 5.162 alunni che perdiamo, 5mila li abbiamo persi l’anno scorso. Le proiezioni non sono migliori», afferma il segretario generale della Flc Cgil Calabria, Mimmo Denaro. «Il calo demografico è generale – aggiunge – qui da noi assume un significato ancora più importante. C’è la dispersione scolastica, che è aumentata nei due anni di pandemia. C’è l’abbandono. C’è una ripresa dell’emigrazione. È una situazione più critica rispetto al resto del Paese».

Quali saranno le conseguenze? «L’anno prossimo si registrerà un’ulteriore diminuzione del numero degli alunni dovuta a questi fenomeni. Avremo, purtroppo, come conseguenza un taglio enorme di docenti», risponde il sindacalista. Il suo chiarimento successivo è che l’anno scorso si è tenuto conto della riduzione degli iscritti, mentre quest’anno è stato confermato l’organico 2020-2021.

Scorrendo i dati sulla scuola in Calabria, il nostro interlocutore osserva: «A Crotone abbiamo addirittura un buco generazionale. Manca un pezzo. Arrivati a diciotto anni, a prescindere se continuino o meno gli studi, i ragazzi vanno via. È una vera emergenza. Altri tre capoluoghi di provincia, Catanzaro, Cosenza e Reggio Calabria, vivono una situazione diversa, perché sono sedi universitarie. La scuola non è un mondo a sé, è interconnessa con la realtà sociale».

Quanti alunni e studenti hanno perso rispettivamente le cinque province calabresi? Cosenza 1881, Catanzaro 1272, Reggio Calabria 794, Vibo Valentia 637, Crotone 578. Manco a dirlo, Crotone, malgrado le sue innumerevoli risorse storiche e naturali, continua ad essere considerata una sede “disagiata” dai dirigenti scolastici e dai docenti.

La causa è la carenza infrastrutturale, che obbliga a «trasferirsi a Crotone», in quanto «non si può pensare di viaggiare dalla propria località di residenza per raggiungerla», stante l’arretratezza di strada e ferrovia. Ecco perché la città di Pitagora conta il maggior numero di posti vacanti di dirigente scolastico.

«Sono, inoltre, inaccettabili i mancati interventi strutturali per mettere in sicurezza il Liceo classico Pitagora, che è in parte transennato per i cornicioni che rischiano di cadere, e per la scuola Principe di Piemonte, che dovrebbe anch’essa essere un fiore all’occhiello, e per dare una sede dignitosa al Liceo Gravina», esclama Denaro.

«Chiediamo un impegno importante ai Comuni e alle forze politiche – è il suo appello – affinché intercettino gli stanziamenti per l’edilizia scolastica, per garantire la manutenzione ordinaria e straordinaria delle scuole e gli spazi necessari, mense, palestre, servizi, ma anche per la costruzione di nuovi edifici scolastici». Gli è appena stato segnalato il caso di cinque ragazzi crotonesi, che «non hanno più intenzione di andare a scuola, perché non hanno potuto scegliere il loro indirizzo preferito, essendo impossibile per l’Istituto accettare altre iscrizioni».

Lo stesso Denaro, poi, rimarca che gli strumenti per investimenti mirati, a Crotone così come a Reggio Calabria, nel settore dell’edilizia scolastica, quali i bandi del Pnrr e i nuovi fondi strutturali europei, ci sono. La scuola, da lui definita «l’azienda più grande del Paese, dopo la sanità», deve occupare una posizione prioritaria nell’agenda politica. D’altronde, per 9 italiani su 10 la stabilizzazione dei docenti precari e la riqualificazione degli edifici scolastici sono i problemi «su cui il prossimo Governo dovrebbe mettere in campo gli interventi più urgenti». È quanto è emerso da un sondaggio realizzato dalla Swg per la Gilda degli insegnanti.

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