Il Ministro Matteo Salvini
2 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Porti italiani chiusi alle navi cariche di migranti. La linea del ministro dell’Interno, Matteo Salvini è durissima. Dopo l’ennesimo arrivo lungo le coste calabresi, con una barca a vela giunta al largo di Roccella Jonica (LEGGI), scatta la dura presa di posizione del neo ministro.
D’altronde, nelle ultime ore sono circa mille le persone soccorse nel Mediterraneo, compreso il numeroso gruppo giunto sabato nel porto di Reggio Calabria (LEGGI).
Per questo, Salvini ha inviato una lettera urgente alle autorità maltesi chiedendo di far approdare alla Valleta la nave Aquarius con 629 migranti a bordo essendo quello il «porto più sicuro». L’Aquarius non è stata autorizzata ad approdare in Italia.
Le autorità maltesi avevano impedito l’altro ieri l’ingresso in porto della nave Seefuchs, con 126 migranti a bordo: l’unità, di una Ong olandese, era in difficoltà per le cattive condizioni del mare, ma Malta – ha riferito alla polizia italiana il comandante dell’unità – ha solo proposto assistenza in mare, senza autorizzare l’ingresso in porto. Era così intervenuta la Guardia costiera italiana e la nave, alla fine, è stata fatta approdare a Pozzallo, dove è arrivata ieri mattina.
E’ stato l’ultimo episodio di un lungo contenzioso tra Italia e Malta, il cui comportamento è stato stigmatizzato dallo stesso Salvini l’altro giorno: La Valletta «non può sempre dire no a qualsiasi richiesta d’intervento», ha detto il ministro, che ieri ha ribadito la linea della fermezza assicurando che «on si ripeterà un’altra estate con sbarchi, sbarchi e sbarchi».
In tanti hanno criticato la scelta di Salvini. Tra questi anche il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, che ha affermato: «C’è una nave in mezzo al Mediterraneo con 629 persone a bordo, fra cui 11 bambini e sette donne incinte, in condizioni molto precarie di salute. Di fronte a uomini, donne e bimbi che hanno bisogno di essere curati, la strategia non può essere quella di chiudere i porti senza un criterio. Lo diciamo chiaramente: anche oggi Reggio Calabria si rende disponibile ad accogliere chi salva vite umane in mezzo al mare».
«Così come in passato – aggiunge – abbiamo dato degna sepoltura a 45 disperati migranti morti nel Mediterraneo. Il nostro cuore è grande, più grande di chi vuole speculare senza un briciolo di umanità. Noi restiamo umani».
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