Susanna Ceccardi durante il suo intervento ad Agorà
2 minuti per la letturaNota congiunta degli Ordini delle cinque province sulle dichiarazioni rese da Susanna Ceccardi ad Agorà
CATANZARO – I presidenti degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri delle cinque province calabresi, in una nota, esprimono «il loro sdegno per le inaccettabili e farneticanti tesi espresse da Susanna Ceccardi (della Lega, ndr), intervenuta, nella sua veste di sindaco di Cascina (Pisa), nella trasmissione “Agorà”, andata in onda su Rai3 il 12 dicembre, secondo la quale i medici calabresi dovrebbero essere pagati di meno dei colleghi che operano in altre Regioni d’Italia, perché meno bravi».
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«L’offensività, la stupidità e la rozzezza di una tale tesi – è scritto in una nota congiunta dei presidenti degli Ordini – è in re ipsa e non meriterebbe di essere commentata, se non fosse stata espressa in una trasmissione giornalistica di punta del servizio televisivo pubblico nazionale. Nessuno vuole qui negare i problemi che investono il servizio sanitario della Calabria, ma di questo stato di fatto i medici sono innanzitutto vittime. In realtà, in una situazione di generale sfascio, è solo grazie all’abnegazione, alla professionalità ed al senso di responsabilità degli operatori sanitari se, oggi, possiamo ancora parlare di servizi sanitari, comunque, erogati in Calabria. Anni di gestione commissariale, con blocco delle assunzioni, hanno ridotto al lumicino gli organici, cosicché, oggi, sempre meno medici si trovano a combattere da soli in strutture complesse, cercando di rispondere al meglio delle loro possibilità alle richieste di salute che arrivano dai pazienti. Il tutto in strutture sempre più fatiscenti, in cui gli investimenti tecnologici sono chimere. E per questo dovrebbero essere penalizzati?».
Secondo i cinque ordini provinciali calabresi, «medici che, in questa situazione di disorganizzazione totale, riescono, comunque, a curare i malati dovrebbero essere premiati, perché portatori di professionalità e di valori fuori dal comune. Medici che, infatti, quando si trasferiscono in altre realtà, meglio organizzate e gestite, si dimostrano, sempre e subito, all’altezza dei compiti che sono chiamati a svolgere, per la loro invidiabile preparazione e professionalità. Quanto, infine, ai presunti casi di errori medici, è solo il caso di evidenziare che i dati smentiscono la favola secondo la quale i medici calabresi sarebbero autori di errori professionali in misura maggiore di altre realtà».
Gli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri stanno valutando «ogni ipotesi percorribile per tutelare, in ogni sede competente, istituzionale, civile e penale, la dignità e le professionalità dei medici calabresi».
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