Il boss Mereu e i depositi utilizzati per la droga
2 minuti per la letturaANCHE l’ombra della ‘ndrangheta dietro il progetto di rubare la salma di Enzo Ferrari per chiedere un cospicuo riscatto. Il ruolo della criminalità calabrese è emerso nel corso dell’operazione “Tutti Innocenti”, condotta dai carabinieri di Nuoro in collaborazione con numerosi Comandi provinciali dell’Arma di Toscana, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, che ha consentito di sgominare una banda composta da 45 persone dedite al traffico di stupefacenti e di armi tra il nord Italia e la Sardegna. Nel corso delle indagini, coordinate dalla Dda di Cagliari, sono state arrestate complessivamente 26 persone sorprese in flagranza di reato con ingenti quantità di stupefacenti e numerose armi. Al comando della banda c’erano gli orgolesi, attraverso emigrati che non hanno mai smesso di avere contati con i loro compaesani barbaricini.
La Calabria entra nell’indagine rispetto ad un traffico di droga e armi. Nello specifico, Giovanni Antonio Mereu, 47enne, originario di Orgosolo, da anni residente a Traversetolo (Pr), avrebbe avuto stretti rapporti con esponenti della criminalità organizzata calabrese, tra i quali Francesco Rillo, originario di Isola Capo Rizzuto (Kr) ed Antonino Modafferi originario di Reggio Calabria, ma trapiantati il primo a Viadana (MN) ed il secondo Parma – entrambi coinvolti anche in indagini della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna e Reggio Calabria, è stato in grado di fornire ingenti quantità di droga al mercato sardo. Per capire l’importanza del canale di approvvigionamento basti pensare che la prima fornitura del Mereu ad un suo sodale di Orgosolo è stato di 27 kg di cocaina nell’arco di un mese.
L’operazione ha evidenziato che, per il rapimento della salma di Enzo Ferrari, i banditi avevano effettuato diversi sopralluoghi nel cimitero di Modena, concordate le modalità di custodia della salma e individuato chi avrebbe dovuto tenere i contatti con la famiglia Ferrari. Il piano però venne sventato per l’intervento dei Carabinieri di Modena su indicazione dei colleghi di Nuoro che, con alcuni servizi preventivi, facevano desistere i malviventi allarmati dalla presenza delle forze dell’ordine.
Tutto nasce da una rapina perpetrata ad un direttore di banca che fu rapito insieme alla moglie e obbligato nottetempo ad aprire la cassaforte della banca dalla quale i banditi prelevarono 50mila euro. In quell’occasione vennero attenzionati due personaggi di spicco del crimine sardo e l’indagine portò alla scoperta di un traffico di droga dalla Calabria alla Sardegna, passando per la Toscana, Veneto, Lombardia e l’Emilia Romagna, dove c’era il capo dell’organizzazione Giovanni Antonio Mereu.
Le armi venivano cedute anche a Mereu che a sua volta le immetteva nel mercato sardo e calabrese utilizzandole anche quale corrispettivo per il pagamento di partite di droga acquistate dalla Ndrangheta ed inviate in Sardegna. Nel complesso la Direzione Distrettuale Antimafia di Cagliari ha richiesto ed ottenuto l’applicazione della misura cautelare dell’arresto in carcere per 19 persone, 4 ai domiciliari, 11 obblighi di dimora, e 11 denunce a personaggi già detenuti o coinvolti in altre indagini.
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