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Andrea Agnelli, presidente della Juventus

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Il presidente bianconero ha smentito contatti ma dalla commissione antimafia e da quella “Mafia e sport” emergono due telefonate e la testimonianza di un incontro

ROMA – «Penso che entro il mese d’aprile sentiremo il presidente della Juventus Andrea Agnelli». Lo annuncia il presidente della commissione Mafia e Sport Marco Di Lello al termine dell’audizione dell’avvocato della Juventus, Luigi Chiappero, in merito a presunti rapporti del club bianconero con le cosche mafiose.

«Ci sono intercettazioni e la dichiarazione di un dipendente della Juventus, D’Angelo, che convergono su uno o più incontri del presidente Agnelli con Dominello -aggiunge il parlamentare del Partito Democratico – senza nulla togliere sulla consapevolezza di chi fosse il personaggio che si trovava di fronte. Mi sembra sia stato un pò affrettato dire “escludo categoricamente” ogni tipo di rapporto, forse era meglio un pò di prudenza. Nel deferimento ci sono due intercettazioni telefoniche e la deposizione di D’Angelo. Il tema non è se se ci sia stato o meno l’incontro ma il tema è la consapevolezza». 

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«Non è tollerabile un eccesso di leggerezza: è un errore commesso dalla Juventus e riconosciuto -prosegue Di Lello- noi continueremo la nostra indagine perché siamo convinti che non sia un fenomeno isolato. Siamo partiti dalla Juventus solo perché c’era una indagine della procura di Torino e di quella della Federcalcio. Anche oggi è stato fatto un passo avanti importante. Vogliamo concludere questa attività in tempo utile perché il Parlamento possa intervenire con un provvedimento normativo».

Una conferma è arrivata anche dal presidente della Commissione Parlamentare Antimafia Rosy Bindi: «Forse alcune carte non le ha l’avvocato: quando si dice sicuro che il presidente non ha incontrato Rocco Dominello. Continua a dire che non ci sono stati rapporti ma da alcune intercettazioni emerge il contrario».

Rocco Dominello è indagato per ‘ndrangheta e imputato con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso nel processo “Alto Piemonte”, iniziato ieri a Torino.

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