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CROTONE – Il Tribunale di Crotone ha rigettato la richiesta di confisca di tutti i beni, compresi anche il Crotone Calcio, del gruppo imprenditoriale che fa capo ai fratelli Raffaele e Gianni Vrenna e della misura di prevenzione personale nei loro confronti avanzata nel novembre scorso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

La richiesta era stata avanzata dopo le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia che avevano fatto al gruppo Vrenna sostenendo che gli imprenditori avrebbero pagato una cosca della ‘ndrangheta per «assicurarsi» da attentati e danneggiamenti.

Per il Tribunale di Crotone non ci sono i presupposti per la confisca dei beni e che i fratelli Vrenna sono del tutto estranei alla criminalità organizzata crotonese, da cui hanno subito viceversa angherie e danni.

«Il Collegio ritiene – si legge nel provvedimento – che la proposta debba essere rigettata sia con riferimento alla misura reale (confisca) sia con riferimento a quella personale (sorveglianza speciale di pubblica sicurezza) difettando, per entrambi i proposti, elementi di pericolosità sociale riconducibili alla categorie soggettive previste dall’art. 4 del Codice antimafia».

«Siamo soddisfatti – affermano gli avvocati Francesco Gambardella e Francesco Verri – per un provvedimento che fotografa la realtà con grande precisione rendendo giustizia alle carte processuali, alle nostre indagini difensive ma soprattutto alla verità sul gruppo e sui suoi azionisti».

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