2 minuti per la lettura
GIOIA TAURO (RC) – Operazione interforze contro il caporalato ed il lavoro nero stamani nella piana di Gioia Tauro. I controlli hanno riguardato quattro ditte operanti tra i Comuni di Serrata e Melicucco. Sono state effettuate 73 perquisizioni personali, 2 perquisizioni domiciliari, e denunciati due presunti caporali, originari del Burkina Faso e con regolare permesso di soggiorno, residenti a Melicucco. Nei giorni scorsi era anche scattato l’allarme per una possibile nuova rivolta degli immigrati (LEGGI).
«E’ stata un’operazione importante – ha detto il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino – prosecuzione di quella dello scorso 11 novembre, che ha visto impegnati oltre cinquanta uomini tra carabinieri poliziotti, finanzieri, agenti del Corpo forestale e della Polizia provinciale e personale dell’Ispettorato del lavoro scattata prima dell’alba ed orientata a individuare i flussi e le dinamiche anche illecite di quella che consideriamo una “ferita” importante nella Piana di Gioia Tauro. Un’attività pedagogica che invita a rispettare la dignità di queste persone e le leggi».
Il prefetto ha aggiunto: «Il campo di San Ferdinando va superato». Due, ha detto Sammartino, le azioni messe in campo. Una prima, provvisoria, «per consentire ai residenti del campo di superare l’inverno in maniera dignitosa, sostituendo le tende e bonificando tutta la zona; la seconda rivolta all’accoglienza ed alla integrazione, attraverso misure che consentano di dare in affitto, con canone agevolato, vecchie abitazioni, ristrutturandole, e erogare contributi ai produttori che garantiscono una accoglienza dignitosa a questi lavoratori. Sono formule che vanno studiate con la Regione Calabria in una riunione già fissata per i prossimi giorni, con il presidente della Giunta regionale».
Il dato apparentemente positivo riguarda gli 80 lavoratori trovati in regola nelle quattro aziende, «nei confronti delle quali – ha detto il questore di Regio Calabria Piero Grassi – sono in corso ulteriori accertamenti in relazione ad eventuali illeciti edilizi, e regolarità delle utenze di luce ed acqua».
«Ci troviamo, infatti, davanti ad un fenomeno un po’ diverso – ha affermato il direttore provinciale dell’Ispettorato del lavoro Giuseppe Patania -. Dietro una parvenza di legalità, si nasconde lo sfruttamento nel rapporto di lavoro, sia in termini di paga, che di durata giornaliera della prestazione. Spesso, a fronte di una paga giornaliera di 45 euro netti, i lavoratori sono costretti ad accettare paghe molto inferiori, che non superano mai i 25-27 euro, a fronte di una prestazione che va ben oltre le otto ore prestabilite. Per questo l’efficacia di queste operazioni passa anche dalla collaborazione dei lavoratori, altrimenti risulta difficile ogni opera di contrasto».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA