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ROSARNO (RC) – Sei anni fa bastò una piccola scintilla per scatenare l’inferno tra i migranti che misero a ferro e a fuoco un’intera città. Una rabbia esplosa in un attimo ma covata per mesi forse per anni. Bastò far girare la voce che alcuni erano stati fatti oggetto di una sparatoria per far scattare la reazione. Un anno prima altri migranti erano stati feriti gravemente a colpi di pistola perché si erano opposti ad un tentativo di rapina. L’anno successivo alcuni colpi di carabina ad aria compressa raggiunsero altri migranti ma per fatti diversi . La notizia distorta o comunicata in modo errato spianò la strada alla rivolta dei “neri” e poi alla contro rivolta dei “locali”. Barricate, feriti, auto incendiate, assalti di ogni genere e una spietata caccia al “nero” condirono quei giorni di tensione mai vista.
A distanza di sei anni ancora voci di rivolta a Rosarno e ferimenti ignobili. Ma questa volta lo Stato non è assolutamente impreparato a farsi cogliere di sorpresa. Le zone dove risiedono gli immigrati e cioè la tendopoli di San Ferdinando o il campo container di C.da Testa dell’Acqua di Rosarno dove vivono oltre 1500 ragazzi di colore che arrivano ogni inverno per lavorare nella raccolta degli agrumi, sono presidiati da Polizia e Carabinieri, così le strade che intorno ai centri di raccolta e il centro urbano di Rosarno.
Ci sono postazioni fisse della Polizia, volanti e gazzelle dei carabinieri. Una presenza rassicurante e che serve a far capire a tutti che lo Stato c’è, è attento e controlla tutte le aree da attenzionare e ritenute sensibili.
Nei pressi della tendopoli è stato attivato anche un posto fisso di Polizia. Da giorni gira in città una strada voce messa in giro non si sa da chi e perché, secondo la quale i “neri” sono pronti ad assaltare di nuovo.
Nelle ultime due sere ancora voci che invitavano i commercianti ad abbassare le saracinesche dei negozi e persino giovani che pianificavano di bloccare le strade per non far passare il corteo degli immigrati che si dava per certo. Ma nulla di questo è accaduto. Nessuno tra i migranti ha mai pensato di fare quello che è stato fatto sei anni fa. Nella tendopoli e presso il centro container la vita è tranquilla.
Certo ci sono i soliti problemi di sempre: servizi carenti, posti letto insufficienti, ma non esiste – rassicurano i volontari che monitorano la tendopoli – aria di rivolta. Ma la voce gira comunque e non sembra fermarsi. Probabilmente qualcuno ha interesse affinchè l’allarme non cessi e basta poco da queste parti per far scattare l’allerta. Polizia e Carabinieri, però, escludono che possa esserci una nuova ribellione. Ci sono invece, indagini, coordinate dalla Procura di Palmi, che cercano di risalire agli autori degli agguati contro i migranti. Quelli si fatti reali.
Un commando di quattro o cinque persone che nelle settimane scorse hanno colpito con violenza usando sbarre di ferro o catene alcuni migranti che camminavano a piedi nei pressi della rotonda che porta alla tendopoli.
Un gruppetto di giovani o meno giovani che con sprezzante brutalità hanno ferito gente inerme. Fatti questi che somigliano molto a quelli consumati verso la fine del 2008 quando altre persone fermavano armati di pistola i migranti per derubarli. E chi usa pistole o spranghe non è certo gente civile soprattutto in questa zona. Esistono indizi ma solo indizi sui quali gli inquirenti stanno lavorando.
Le difficoltà ci sono perché la zona nella quale si sono verificati gli agguati è inabitata e buia, dove le telecamere dell’impianto dell’ex società Piana Sicura sono state quasi tutte rotte. Ma nonostante le difficoltà le indagini continuano per identificare gli assalitori notturni senza scrupoli. Rosarno si appresta a celebrare in questo clima quanto accadde sei anni fa.
Si appresta a leccarsi ancora una volta le ferite del settore dell’agrumicoltura, negli anni spremuto da circuiti ben identificati di truffatori e speculatori spesso vicini alla ‘ndrangheta.
Un settore portato allo stremo anche politiche sbagliate che oggi offre poco o quasi nulla. Coltivare gli agrumi non conviene quasi più. I prezzi sono stati abbattuti nel corso degli anni. E la Rosarno bella e accogliente degli anni 50 e 6o del secolo scorso che offriva lavoro a migliaia di braccianti non esiste più. Lacerazioni sociali e povertà, livelli altissimi di criminalità organizzata e degrado. Tanto degrado.
La risalita è lenta ma non impossibile, basta prendere coscienza degli errori del passato zeppi di collusioni o di accordi sotto banco.
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