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 I Carabinieri della Stazione di Maddaloni (Caserta), nell’ambito di attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, hanno dato esecuzione alla misura cautelare, una in carcere ed una ai domiciliari, emessa dall’Ufficio GIP, nei confronti di due soggetti ritenuti responsabili, in concorso tra loro, dei reati di lesioni personali aggravate e porto di armi atte ad offendere. L’indagine trae origine dall’aggressione subita nel mese di febbraio 2015 da B.C. cl. ’80, meccanico originario di San Felice a Cancello, il quale ricoverato presso l’Ospedale di Maddaloni, poiché affetto da “frattura pluriframmentaria della rotula dx”, veniva sottoposto ad intervento chirurgico d’urgenza.

“I militari operanti – è spiegato in una nota stampa della Procura di Santa Maria Capua Vetere –  prontamente intervenuti presso la citata struttura sanitaria, effettuavano le prime investigazioni consistite nella raccolta di sommarie informazioni testimoniali e nell’accurata formalizzazione della denuncia. Si ricostruiva che la vittima, avvicinata da Morgillo Mario ci. 1951 e dai suoi due nipoti Romano Ciro cl. 1996 ed un minore, mentre stava lavorando presso la propria officina meccanica, veniva obbligata a salire su una autovettura per raggiungere un posto isolato dove veniva violentemente malmenato dai tre con l’utilizzo di una mazza da baseball. Le successive indagini permettevano di addivenire alle ragioni del brutale pestaggio, ovvero: al fatto che la parte offesa , venuta a conoscenza di un furto di materiale elettrico consumato dal Romano presso la ditta “Lighting Tee srl” ove proprio quest’ultimo risultava impiegato ed aveva timore di essere licenziato, potesse riferire ai titolari quanto accaduto; al prestito di euro 3.000 che il malcapitato doveva ancora restituire al Morgillo, con interessi usurai mensili fino al 15% ed annui fino al 180%. Emergeva dunque l’erogazione in due anni, a titolo di interessi, della somma di euro 10.700 che gravava sulla condizione di profonda difficoltà economico – finanziaria in cui versava il malcapitato”.

Espletate le formalità di rito, il Morgillo veniva associato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere mentre il Romano sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la propria residenza. La posizione del minore è, invece, al vaglio del Tribunale per i Minorenni di Napoli.

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