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VIBO VALENTIA – A Vibo c’era arrivato a fine luglio del 2013. Proveniva da Ventimiglia. Oltre 1000 km lo avevano portato una realtà diversa, con un tessuto criminale diverso ma non troppo visto che la ’ndrangheta le radici le ha messe anche in Liguria. Dopo quasi due anni e mezzo Giovanni Bruno saluta il Vibonese. Per lui il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha previsto un nuovo incarico: Direttore centrale per le risorse umane presso il Dipartimento dei Vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile. Alla guida dell’Utg ha affrontato numerose problematiche legate in primis all’occupazione con le innumerevoli vertenze sindacali, alla gestione dell’emergenza profughi (esperienza nuova per il territorio) e all’annosa questione rifiuti soprattutto nella città capoluogo. Al suo posto è stato chiamato Carmelo Casabona che approda nuovamente in Calabria dopo quattro anni.

E com’è stato per il suo predecessore, anche lui è destinato ad attraversare in lungo la Penisola lasciando la prefettura di Sondrio nella quale si era insediato nell’ottobre del 2012. Nato a Caltanissetta il 16 giugno 1953, coniugato con tre figli, ed una laurea in giurisprudenza, Casabona torna, come detto, ad operare nella punta dello Stivale avendo infatti svolto l’incarico di Questore di Reggio Calabria, e prima ancora funzionario nella Squadra mobile a inizio anni ’80. Successivamente viene assegnato alla Squadra Mobile della Questura di Sondrio.

Trasferito, poi, a Palermo, gli è affidato l’Ufficio della Sezione omicidi della Squadra Mobile. Una scalata inarrestabile, la sua, che lo porta, poi, a dirigere la Squadra Mobile di Caltanissetta e la Criminalpol di Milano e di Catania. Si guadagna i gradi di primo Dirigente superiore e diventa questore di Ragusa prima e di Agrigento poi, quindi direttore del secondo reparto della Dia di Roma, vicedirettore della Direzione interregionale Sicilia-Calabria di Catania e Questore di Caserta. L’1 aprile del 2009 la nomina a Questore della provincia di Reggio Calabria. Numerose ed importanti le operazioni condotte dalla Polizia nella città dello Stretto sotto il suo coordinamento, tra le quali spicca quella che portò, nel 2010, all’arresto del superboss 70enne Giovanni Tegano, dopo ben 17 anni di latitanza.

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