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CATANZARO – Tantissima legna appartenente al patrimonio boschivo regionale, sarebbe finita in depositi privati. Ma la quantità di legname che figura sulle carte autorizzate sarebbe molto inferiore di quella realmente incamerata, dopo il taglio nei boschi della Sila. Anche cento volte meno, se non di più.

Ad un certo punto tale anomala circostanza sarebbe emersa da un’indagine interna a Calabria Verde, l’ente in house della Regione Calabria, che ha sostituto l’Afor, nel 2014. Indagine che da “interna” all’azienda strumentale, poi si è trasformata in un’indagine della magistratura inquirente, che a breve potrebbe avere risvolti, anche sulla politica calabrese e mettere in serio imbarazzo il Pd.

Tale situazione – che per alcuni componenti di Calabria Verde avrebbe innescato una “ritorsione” – si intreccia con gli scontri, che nello stesso periodo, hanno contrapposto la società in house, alla Regione. Il primo segnale del conflitto, che sta facendo tanto discutere – e che farà ulteriore clamore, se le indiscrezioni che risultano al Quotidiano troveranno conferme – è una missiva del dipartimento regionale Agricoltura e Risorse Agroalimentari. In tale lettera, indirizzata ai vertici di Calabria Verde, vengono richieste spiegazioni su una lunga lista di spese, apparentemente “non coerenti” con le finalità della società sub-regionale. E poi si arriva alla gara d’appalto di 32 milioni di euro, per l’acquisto di mezzi e attrezzature speciali per l’antincendio boschivo da destinare alla Protezione civile calabrese (LEGGI). Un bando di gara, gestito da Calabria Verde, che risulta stazione appaltante, fortemente criticato dal dirigente del settore regionale della Protezione Civile e dal dipartimento all’Agricoltura, organo di controllo sulla procedura per la selezione pubblica. Un bando di gara prima sospeso e poi definitivamente annullato dal direttore generale di Calabria Verde, con conseguente perdita del cospicuo finanziamento comunitario.

In merito a quest’ultimo episodio e sulle spese “contestate” dal dipartimento regionale, indaga la Guardia di Finanza. Mentre sui dubbi circa l’effettiva quantità di legname prelevato dai boschi della Sila, conducono l’attività investigativa i militari del Corpo forestale dello Stato. Se verrà accertato che le due indagini sono collegate da un filo conduttore sottotraccia, le “scintille” in quest’intreccio non mancheranno.

Certamente, prima di Natale, ne sapremo di più. Per la Calabria perdere un contributo dell’Unione europea di 32 milioni per il contrasto agli incendi boschivi non è cosa di poco conto. Ed ancora su tale episodio manca una dichiarazione ufficiale della giunta regionale. La somma (fondi Por Fesr 2007/2013) ritornerà a Bruxelles.Come ritornerà al mittente l’unica offerta pervenuta per la partecipazione al bando di gara, spedita da una ditta partenopea. Ai magistrati il compito di fare chiarezza su tutto.

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