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CATANZARO – In Calabria la gestione sanitaria degli ultimi vent’anni è stata deleteria, «come del resto anche chi ha occupato il posto da commissario prima del mio arrivo che ha contribuito a spolpare la sanità». A dirlo è stato ieri Massimo Scura nel corso di aggiornamento sulle terapie tumorali curato dal dott. Stefano Molica, direttore del dipartimento di OncoEmatologia dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio.

Il commissario regionale per il piano di rientro è stato duro quando si è soffermato sul perché oggi, il mondo della sanità faccia buchi da tutte le parti. In merito al bilancio del 2015, ha voluto precisare che il deficit sfiorerà le stesse somme dell’anno precedente: circa 70 milioni. Dividendo la Regione in tre settori, ne ha evidenziato criticità e vantaggi: la sanità privata nella zona cosentina che gode di buona salute, l’area centrale della regione che è meglio organizzata e infine il reggino. Sulla parte Sud della Calabria il Commissario si è domandato: «Lo Stato qui esiste?». Tutta questa zona, ha continuato Scura, è in totale abbandono sia per quanto concerne la risonanza magnetica che per le Tac, che le ha definite «insufficienze clamorose».

Elencando pregi e difetti della punta dello stivale, ha anche voluto ricordare le oltre 30 strutture che si trovano nel territorio e che sono totalmente abbandonate al loro destino e vittime di saccheggi. Il Commissario si è anche soffermato sulla fusione a Catanzaro tra il policlinico universitario e il Pugliese-Ciaccio, ribadendo sostanzialmente che i cittadini dovranno farsene una ragione e che bisogna accettare il cambiamento perché questo vuol dire “futuro”. La soluzione è nell’interesse di tutti e il processo di realizzazione verrà concluso in tre anni, partirà il 25 di questo mese con il documento tecnico-giuridico e la prima bozza delle spese. All’iniziativa ha partecipato il commissario dell’Asp Giuseppe Perri, che ha evidenziato come molti fondi vadano persi per prescrizioni di antibiotici inutili, per visite mediche e acquisti a costi eccessivi di alcuni macchinari; Giuseppe Panella, commissario del Pugliese ha invitato ad “armonizzare varie dimensioni” perché non esiste una ricetta universale in merito alla sostenibilità dei costi; Antonio Belcastro, commissario del Mater Domini ha evidenziato che bisogna preservare il sistema per le prossime generazioni perché «stiamo perdendo pezzi».

Tra i tanti interventi va ricordato quello di Molica che si è soffermato sul recupero di 500 milioni di euro che saranno destinati al fondo sanitario nazionale e che dovrebbero finanziare la spesa per terapie innovative. Enzo Ciconte, presidente dell’ordine dei medici, ha affrontato brevemente il tema dell’integrazione e sulla grande sfida che attende la sanità nei prossimi anni. Enzo De Filippo, presidente provinciale di Federfarma, ha invocato un maggiore coinvolgimento di tutte le parti perché il sistema economico-sanitario non potrà reggere i continui tagli che vengono effettuati.

Durante il corso dei lavori sono stati sottoposti alla platea vari dati. In merito ai tumori le donne sono più esposte alle mammelle e gli uomini ai polmoni e questi elementi sono strettamente legati alla mobilità passiva ovvero, sempre più cittadini preferiscono affrontare queste problematiche in strutture ospedaliere del Centro-Nord, con Lombardia e Lazio in testa. Il dott. Sergio Petrillo ha evidenziato come la Calabria non abbia bisogno di eccellenze, facendo riferimento alla fondazione Campanella ma, di “cose normali”.

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