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L’ORRORE che scuote il mondo dopo la strage di Parigi ha colpito anche tanti calabresi che si trovano in Francia, per scelta di vita, per vacanza o per lavoro. E’ il caso di Maria, per esempio (nome di fantasia), di Nicastro, responsabile di sala per un locale proprio vicino a dove sono entrati in azione i terroristi. Le trema la voce mentre ripete di essere «stata fortunata, sono stata proprio fortunata». Le lacrime scendono mentre ricorda, dice di sentirsi confusa perché non ha dormito per tutta la notte. «Il mio locale è a pochi metri da “La petit Cambodge”, abbiamo sentito degli spari ma non abbiamo capito subito cosa stava accadendo – racconta – poi sono arrivati i poliziotti di corsa, le ambulanze. Ci hanno detto di rimanere dentro. C’erano tre clienti con me. Abbiamo chiuso la porta e ci siamo rifugiati nel retrobottega perché il locale non ha la saracinesca ma solo vetrine».
Nei suoi occhi sono rimaste le immagini di quegli uomini che «hanno sparato in tutti i bar. Hanno sparato alla gente che beveva fuori. Hanno sparato nel bar che frequento sempre». La mattina di sabato è ancora fatta di terrore e confusione. «Non ci danno indicazioni – dice – Parigi è deserta, tutto è sotto choc. Hanno chiuso le metropolitane».
A Parigi nelle ore in cui esplodevano i colpi dei terroristi c’era anche Luca Scornaienchi, direttore del Museo del Fumetto di Cosenza, nella capitale francese proprio per presentare un albo dedicato a Vallanzasca, realizzato proprio su una sua sceneggiatura. E’ con la sua compagna, il loro albergo è proprio davanti alla brasserie dove c’è stato il primo attentato. «Avevamo deciso di mangiare lì – dice Scornaienchi – poi è venuta alla presentazione una coppia di nostri amici italiani che vivono in Francia da anni e ci siamo fermati altrove ma il nostro primo intento era proprio di fermarci nel locale a due passi dal nostro hotel». Il primo boato è fortissimo. «All’inizio nessuno aveva capito cosa stesse succedendo – Luca ripercorre con la mente quelle ore – abbiamo visto e sentito polizia e ambulanze correre velocemente. Poi abbiamo iniziato a capire cosa era accaduto. Volevamo tornare subito in camera – aggiunge – ma, dopo le prime informazioni, abbiamo deciso di non prendere la metropolitana. Nessuno poteva sapere dove e se avrebbero colpito ancora. I tassisti, quando spiegavamo dove dovevano portarci, si sono rifiutati di farci salire».
I due tentano comunque di arrivare in albergo e ci riescono verso le 4 del mattino guidati dal navigatore del cellulare. «Neanche nel nostro hotel volevano farci entrare ma poi si sono calmati e si sono resi conto che eravamo già loro clienti». Lo sceneggiatore e la sua compagna hanno un biglietto di treno che li riporterà quest’oggi in Italia dopo aver seguito le indicazioni della Farnesina.
La stessa paura è stata vissuta da Raffaele Montepaone, fotografo vibonese che questa mattina ha raccontato in esclusiva al Quotidiano (LEGGI) quelle lunghe ore di paura e di terrore.
La Cittadella regionale, a Catanzaro, è stata illuminata con i colori della Francia. «Ciò che é avvenuto a Parigi – ha dichiarato il presidente Mario Oliverio – rappresenta una vera e propria dichiarazione di guerra contro l’umanità».
A Reggio Calabria il sindaco Falcomatà ha annunciato che il castello sarà illuminato con i colori del tricolore francese in segno di solidarietà (GUARDA IL VIDEO)
E a pochi chilometri dalla sua Vibo, a Pizzo, il Castello Murat rimarrà spento stasera. Al buio. E’ la decisione della cooperativa Kairos e del Comune di Pizzo. «Perchè buio è l’animo di ognuno di noi, il giorno dopo di uno degli attentati più cruenti avvenuti su territorio europeo. Non ne facciamo una questione geografica. Nè religiosa. Ieri, 13 novembre 2015 Non è stata colpita la Francia, Non è stata colpita l’Europa. È stata colpita la nostra umanità. Tutta. Interamente».
Dalla Calabria sono partiti tanti attestati di solidarietà (LEGGI). Cinquemila studenti oggi al palasport di Reggio Calabria per assistere a uno spettacolo teatrale hanno osservato un minuto di silenzio.
Un altro calabrese, Marco Minniti, nella sua qualità di sottosegretario con delega ai servizi di intelligence, martedì incontrerà i vertici del Copasir per fare il punto della situazione (LEGGI). Ma dal Comitato già questa mattina hanno informato: «L’Italia non è al sicuro»
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