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ROSSANO (RC) – Oltre 50 tra poliziotti, carabinieri, finanzieri ed agenti del Corpo forestale e della Polizia provinciale, insieme a sette ispettori del lavoro, hanno passato al setaccio cinque aziende, tre agricole che si occupano della raccolta dei kiwi e delle olive e due che trattano materiale inerte. Sono state sottoposte a controllo, complessivamente, 48 persone, 34 stranieri e 14 italiani, e sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 11 mila euro.
Sono questi i primi numeri delle azioni di contrasto avviate a Rossano contro il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento di lavoratori sia immigrati che italiani.
L’operazione è stata illustrata dal prefetto di Reggio Calabria, Claudio Sammartino, nel corso di una conferenza stampa durante la quale ha evidenziato che si tratta del «calcio d’inizio di una partita che ci apprestiamo a giocare fino in fondo».
L’operazione ha interessato diverse aree della Piana di Gioia Tauro, nell’ambito della più vasta operazione denominata “Focus ‘Ndrangheta”.
«Un’attività di prevenzione – ha detto il prefetto Sammartino – che punta a debellare la ferita storica rappresentata dalle condizioni di vita e di lavoro degli immigrati. Abbiamo voluto iniziare l’attività di controllo contro il caporalato proprio in questo periodo, all’inizio cioè della campagna agrumicola, per consentire a tutti, ma soprattutto a chi produce ed a chi fa economia nella provincia, di riflettere sulla propria attività. Lo Stato ha così riaperto con maggiore intensità un fronte importante di prevenzione e controllo contro il caporalato per tutelare le condizioni di lavoro soprattutto degli immigrati».
«Abbiate cura della dignità – ha aggiunto il Prefetto rivolgendosi ai datori di lavoro – di chi lavora nei campi. Rispettateli e date loro ciò che meritano. Altrimenti interverremo per ripristinare la legalità».
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