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LAMEZIA TERME – Era scomparso il 12 maggio del 1996. A luglio scorso un collaboratore di giustizia ha indicato il posto dove sarebbe stato ucciso e occultato il cadavere. Antonio Dattilo, 19 anni all’epoca, è stato ritrovato in una cisterna per la lavorazione del mosto in un casolare abbandonato nella zona di campagna di località località Carrà – Frasse di Lamezia.
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In un luogo analago, dunque, e vicino al casolare dove furono ritrovati i resti del fotografo lametino Gennaro Ventura, scomparso il 16 dicembre del 1996 (sette mesi dopo Dattilo) i cui resti furono ritrovati il 25 luglio del 2008, sempre in un casolare di campagna e in una cisterna utilizzata per la lavorazione del mosto.
Aspetti simili che fanno ipotizzare un collegamento fra i due ritrovamenti. Due casi di lupara bianca e un’unica mano assassina? Dagli accertamenti su Ventura emerse che il fotografo fu ucciso con un colpo di pistola in testa e sarebbe stato così anche per Dattilo. Il test del dna eseguito sui familiari del giovane, hanno accertato nelle scorse settimane che i resti erano di Dattilo, trovato ancora con gli stessi abiti che indossava il giorno della scomparsa (una camicia bianca e un paio di jeans nelle cui tasche c’era un mazzo di chiavi).
Le indagini sono coordinate dalla Dda di Catanzaro ed eseguite dalla Squadra mobile.
Oggi si terranno i funerali in forma privata.
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