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SAN GREGORIO – Era una persona tranquilla, a modo. Un nonnino che non perdeva occasione per trascorrere il tempo con gli adorati nipotini che accompagnava sovente a scuola. Cosa possa essere scattato nella sua testa questa mattina presto rimane al momento un mistero. Il figlio l’ha ritrovato seduto su una sedia, nel giardino di casa, privo di vita. A terra la pistola calibro 6,35 che deteneva regolarmente. L’ha utilizzata per spararsi alla testa. Un suicidio, dunque.

Lui si chiamava Antonio Umberto Curello, 80 anni, pensionato, vedovo, che prima di premere il grilletto ha scritto un bigliettino che i carabinieri della Stazione hanno rinvenuto nel giubbino che indossava.

La grafia incerta ha fatto tuttavia intuire un sentimento di insofferenza a qualcosa: “Sono stanco” è una parte della frase al momento decifrata. È il secondo decesso nel giro di un mese nel piccolo centro limitrofo al capoluogo di provincia, dopo quello di un ragazzo di appena 25 anni che, anche in quel caso, si sparò alla testa, sembra per una delusione amorosa.

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