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GIOIA TAURO – Si lavora per lo sciopero generale al porto di Gioia Tauro. E questa volta a promuoverlo, a quasi un mese e mezzo di distanza da un altro giornata di sciopero indetta ad agosto dal Sul (LEGGI LA NOTIZIA), sono le segreterie confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Segno che tutti i sindacati presenti nel porto sentono la necessità di attirare l’attenzione sulla grande infrastruttura, che vive una fase delicatissima con i volumi che sono calati a picco. Solo negli ultimi tre mesi la media di movimentazioni settimanali è scesa dai 32-35 mila pezzi di inizio luglio, ai 20 mila della scorsa settimana. E se il trend dovesse continuare così anche nei prossimi mesi la situazione potrebbe imporre esuberi ben più consistenti di quelli riconosciuti con l’accordo del rinnovo della Cigs. Si muovono anche i confederali, dunque, che nei giorni scorsi hanno svolto le assemblee dei lavoratori dell’area portuale per presentare la manifestazione indetta per il prossimo 30 ottobre.
I dirigenti sindacali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Mare hanno chiarito i punti di rivendicazione per il rilancio dello scalo gioiese e del retro porto, che hanno descritto come «un’area fortemente depressa a seguito di politiche scellerate e inesistenti per i porti di transhipment e per il Sud». Un attacco diretto al Governo Nazionale reo, secondo i dirigenti del sindacato confederale di aver cancellato ogni «traccia del tavolo nazionale chiesto a gran voce alla Regione Calabria, in occasione del rinnovo di cassa integrazione per circa 400 lavoratori della Medcenter Container Terminal». In quella stessa occasione ricordano Cgil, Cisl, Uil e Ugl, «è stata illustrata al presidente Oliviero, la difficoltà dei lavoratori dell’indotto e del secondo terminalista Ico-Blg che conta ulteriori 500 lavoratori che versano ormai in condizioni disperate viste le attivazioni degli strumenti di ammortizzatori sociali». Le eventuali responsabilità della Regione e del Presidente Oliverio vengono dichiaratamente sottintese dai confederali che sanno che pur avendo fatto richiesta alla Regione del tavolo nazionale questo deve essere costruito con la disponibilità del Governo ma anche dalla pressioni della Regione. Nelle assemblee con i portuali e con i dipendenti delle aziende dell’indotto Filt, Fit, Uilt e Ugl-mare, è emersa la volontà di attivare parallelamente alla manifestazione le procedure di stato di agitazione e sciopero generale di tutti i lavoratori dell’area portuale «per rivendicare la necessità del superamento del commissariamento dell’Autorità Portuale, oltre alle misure ormai essenziali rispetto l’abbattimento strutturale delle tasse di ancoraggio, la riduzione delle accise sui carburanti ed energia ed altri provvedimenti pratici e di immediata fattibilità. Non ultima la così agognata Zona Economica Speciale, che unitamente ai provvedimenti rivolti all’abbattimento dei costi citati, aiuterebbe lo scalo e tutta l’area portuale ad uscire dallo stato di attuale crisi». «Auspichiamo – dicono i segretario della federazione dei trasporti «un atto concreto di responsabilità da parte del Governatore Oliviero e del Presidente Renzi, dimostrando ai cittadini calabresi di avere a cuore il futuro del territorio».
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