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CROTONE – Si sono chiuse le indagini della parte calabrese dell’operazione sulle attività del clan di ‘ndrangheta Grande-Aracri responsabile, secondo gli inquirenti, tra le altre cose di varie estorsioni a villaggi turistici e impianti eolici. Tra i 52 indagati figurano anche tre avvocati (LEGGI L’APPROFONDIMENTO). Lo scorso 28 gennaio l’operazione coordinata di più procure aveva porto a oltre 160 arresti in tutta Italia e a oltre 30 per il ramo calabrese dell’inchiesta battezzata “Aemilia” (LEGGI LA NOTIZIA)

In totale la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha emesso 52 provvedimenti di ‘avviso di conclusione delle indagini preliminari’ a chiusura dell’indagine condotta dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Crotone sulle attività di intimidazione e violenza mafiosa del clan ‘Grande Aracri’, operante a Cutro (Crotone) e con propaggini nazionali a Bologna, Parma, Reggio Emilia e Mantova.

GUARDA IL COMMENTO DEL PROCURATORE DI CATANZARO LOMBARDO

Le 52 persone – tra cui figurano capi e gregari della cosca della criminalità organizzata calabrese – devono rispondere di associazione per delinquere di stampo mafioso, nonché di violazioni di leggi in materia di armi, omicidio, ricettazione, estorsioni, danneggiamenti, turbata libertà degli incanti, intestazione fittizia di beni, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia, usura, rapina; tutte condotte aggravate dall’aver agito con metodi mafiosi, ma anche di aver tentato di infiltrarsi nei lavori per la ricostruzione dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia (LEGGI).

LEGGI DI COME L’ORGANIZZAZIONE DEI GRANDE-ARACRI VOLEVA CREARE UNA NUOVA PROVINCIA DI ‘NDRANGHETA

Nel mirino della ‘ndrangheta c’erano in particolare villaggi turistici e impianti eolici, che venivano puntualmente danneggiati se i titolari non corrispondevano il pizzo. Anche tre avvocati risultano tra le persone raggiunte in queste ore dal provvedimento, accusati di concorso in associazione mafiosa per intermediazione in operazioni economiche e indebite pressioni al fine di ottenere decisioni giudiziarie favorevoli. Nell’inchiesta dei Carabinieri erano finite in manette il 28 gennaio scorso oltre 30 persone, che figurano tra gli odierni indagati (LEGGI I NOMI DELLE PERSONE ARRESTATE). 

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