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CATANZARO – Dopodomani in Calabria arriverà il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. E proprio alla vigilia dell’importante visita istituzionale, dalla procura distrettuale antimafia, trapela la notizia di una pesantissima relazione interna all’ufficio. Un documento esplosivo, che si sofferma soprattutto sulla grave situazione inerente i procedimenti sull’area di Vibo Valentia, in cui ricadono ben sedici cosche censite. Una zona, dunque, ad altissima densità mafiosa, dove predomina uno delle più potenti clan della ndrangheta, vale a dire la cosca dei Mancuso, ritenuta fra le più temibili d’Europa. Ormai dalla Dda di Catanzaro, dunque, la denuncia di carenza di pm e, quindi, la richiesta di aumentare l’organico di magistrati in servizio, è diventata incessante. Da oltre due anni i vertici della procura distrettuale non perdono occasione per lanciare appelli al Csm e al governo, segnalando la criticità sia nelle sedi ufficiale, che attraverso gli organi d’informazione. Purtroppo, però , il grido d’allarme è rimasto a tutt’oggi inascoltato. Nella relazione scritta dai pm della Dda, si rinnova la richiesta di designazione di nuovi magistrati. Al momento, sia per il coordinamento delle indagini in corso e la trattazione delle emergenze, che per la presenza nei diversi processi di mafia al tribunale di Vibo, la procura distrettuale, può contare su un solo pubblico ministero.

Nel documento senza mezzi termini si evidenzia «l’enorme difficoltà» nel gestire il ruolo di pm in Dda, con competenza nell’area di Vibo, con contestuale, perentoria richiesta un aumento dell’organico. Nero su bianco si sottolinea «la necessità» non più procrastinabile di avere designati altri sostituti procuratori o quantomeno, nell’immediatezza, che vengano applicati all’ufficio di Catanzaro. «Il circondario di Vibo Valentia – è scritto nella relazione – è afflitto da una elevatissima densità criminale, tra le più alte su tutto il territorio nazionale, con numerosissime cosche di ndrangheta che opprimono l’intero comprensorio, con diramazioni su tutto il territorio nazionale e in ambito internazionale».

Detto ciò si rappresenta «l’assoluta inadeguatezza della situazione in atto», perché un solo magistrato inquirente, nella descritta realtà vibonese, può fare poco nella lotta alla criminalità organizzata. Nella situazione descritta, nei pochi ritagli di tempo in cui l’unico pm designato per la zona di Vibo, non è impegnato in attività di udienza nei tanti processi antimafia «è costretto ad operare tentando di tamponare le urgenze, a mo’ di vero e proprio “pronto soccorso”, per cui diventa veramente utopistico pensare di poter svolgere qualsivoglia ulteriore atto dell’ufficio, come l’attività di direzione delle indagini». Le circostanze allarmanti riferite, fanno ancor più rumore se si pensa che l’allarme è suonato dall’interno della Dda di Catanzaro, sempre più in affanno. Il ministro della Giustizia, che martedì verrà a visitare i tribunali calabresi ed a cui probabilmente, verrà consegnato a mano il testo integrale della suddetta relazione, dato che si parla di lotta alla ndrangheta, farà bene ad affrontare e risolvere la delicata questione. Diversamente, le passerelle nella nostra regione servono poco o nulla.

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