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I CALABRESI che hanno conquistato un posto al sole all’estero non finiscono mai di stupire. Lui, è Giorgio Iovino: catanzarese doc, classe 1982. Un mago degli effetti visivi digitali. Un creativo che gioca a meraviglia con gli effetti visivi. Quelle cose, per intenderci, che davanti a uno schermo ci fanno rimanere incantati. Ancorpiù se si parla di “London Has Fallen -Usa Millenium”, film in uscita nel 2016; o de “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone, in concorso all’ ultimo Festival di Cannes.

Da un decennio a questa parte, Iovino si occupa di Cinema e Pubblicità. In entrambi, i settori ha conquistato galloni. In Italia e all’estero. Attualmente, il creativo catanzarese sta lavorando non solo su alcune produzioni italiane in uscita nel 2016, ma ha già firmato il contratto per volare in Canada e lavorare al sequel “ X-Men: Apocalypse”  di Bryan Singer. Il contratto consentirà a Iovino di unirsi al team del VFX (Effetti visivi digitali). Tutto entro gennaio 2016.

A volerlo raccontare Iovino – una laurea in illustrazione all’Istituto europeo di Design di Roma dove attualmente insegna nei dipartimenti di  Illustrazione, pubblicità e grafica – le sorprese son davvero tante.

Ma chi è Giorgio Iovino?

«Sono nato a Catanzaro nel 1982 e dopo il liceo classico Galluppi ho deciso di cambiare strada, dirigendo la mia attenzione nell’ambito artistico e creativo. Quando sono in Italia vivo a Roma, ma spesso e volentieri mi sposto su Londra per seguire progetti».

Come è iniziato il suo cammino professionale?

«Il mio percorso professionale è iniziato nella pubblicitá lavorando come illustratore e visualizer, per le maggiori agenzie pubblicitá internazionali. Ho anche lavorato su brand, come Opel, Repubblica, Poste, Findus, Eni, Alitalia, Enel,  e molti altri, curando anche come art director della post produzione per due anni e mezzo le campagne istituzionali Eni».

Pubblicità e poi Cinema?

«Il cinema e l’intrattenimento sono rimasti sempre i miei principale obiettivi. Così  nel corso degli anni, ho iniziato a curare progetti come art director, concept artist  e matte painter per commercials e film in ambito nazionale e internazionale».

Un creativo che si occupa di..?

«La mia figura professionale si occupa di operare nell’ambito della pre produzione all’interno dell’art department come concept artist, ossia di lavorare insieme all’art director, production designer e al regista  del film per ricreare e studiare ambientazioni, location, props di scena, character di ogni progetto. Si tratta di portare  alla luce ciò che poi sará costruito in scena o verrá ricreato in post produzione dal team dei VFX. Ed è anche nella post produzione e nei VFX che continua il mio percorso durante la lavorazione del film come matte painter: figura che si occupa della creazione di ambientazioni (environment ) e ricostruzioni digitali dei set».

C’è ancora qualcosa che porta con se della Calabria?

«Della Calabria porto sempre dietro la semplicità e la “genuinità” dei rapporti. Sono contento di essere cresciuto a Catanzaro fino ai miei 18 anni. Porto con me soprattutto le relazioni di sempre:  semplici e scevre da ruoli di ogni tipo. Sono e rimango per tutti sempre Giorgio, cosa che a me interessa di più».

Da bambino cosa sognava di fare?

«Da bambino in realtà sognavo di fare l’archeologo. Poi con il tempo ho capito che forse  Indiana Jones, aveva fatto il suo. Finito il liceo non ho esitato un secondo sulla scelta da intraprendere».

Un obiettivo raggiunto di cui va più fiero?

«Non ho un obiettivo di cui vado più fiero, dietro ogni lavoro o ogni produzione c’è sempre lo stesso approccio. Il mio obiettivo è sempre quello di contribuire e dare il meglio per il team. In questo lavoro, è il caso di dire, l’unione fa la forza. Le “prime donne” vanno lasciate sul grande schermo. Non va mai dimenticato che noi lavoriamo dietro le quinte». 

E quelli da raggiungere?

«Spero siano quelli con cui mi posso divertire e imparare di più. Quando ti trovi nelle produzioni internazionali, ti devi confrontare con talenti assoluti, da cui imparare è più che un piacere. Credo non ci sia cosa cosa più importante della condivisione».

Andare via dalla Calabria, quanto le è costato?

«Andare via da casa non è mai stato un trauma, lo sarebbe qualora ne fossi stato costretto. Tutto ciò che ho scelto è stato fatto per crescere e sapevo che l’unico modo per farlo era andare via».

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