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VIBO VALENTIA – Ennesima vertenza, ennesimo appello. Altro dramma occupazionale che da qui a breve potrebbe investire ancora il Vibonese e la vita di molte persone. Questa volta a prendere carta e penna sono stati i 49 tirocinanti del progetto “Natura e turismo” nato dalla collaborazione tra il Parco regionale delle Serre e l’azienda Calabria Lavoro. Destinatari delle accorate e preoccupate parole dei lavoratori sono i quattro consiglieri regionali del Vibonese: Giuseppe Mangialavori, Michele Mirabello Vincenzo Pasqua e Nazzareno Salerno.

Tra le righe, dunque, tanta paura e molta apprensione per la possibile perdita del posto di lavoro. Sì, perché il tirocinio sta scadendo. Suddiviso il 5 profili e iniziato un anno fa, il progetto terminerà a novembre. E poi? Boh… Difficile immaginare il futuro. Da qui la decisione dei lavoratori interessati di rivolgersi direttamente ai quattro consiglieri regionali. Per sperare ancora. Per darsi una nuova possibilità. Perché con la fine del tirocinio per loro «sarà anche la fine di una opportunità, di una prospettiva, e soprattutto di una necessità. Quella – confessano i lavoratori nella loro missiva – di una pur minima fonte di sussistenza».

I tirocinanti difendono, quindi, a denti stretti il lavoro svolto nell’arco di questi mesi, poiché ritengono di avere «diligentemente» servito la Regione, il Parco, i cittadini dei 26 comuni facenti parte dell’Area protetta, le scuole e i tanti turisti che hanno trovato in questi lavoratori «un valido supporto alle loro esigenze. Molti poi i lavori e le iniziative portati a termine e tanti altri ancora in cantiere, tutti facilmente riscontrabili», viene annotato sempre nella lettera inviata ai consiglieri regionali.

Il timore di perdere il lavoro resta dunque tanto. Gli interessati spiegano, pertanto, che nel comprensorio montano delle Serre vibonesi, «anche un semplice tirocinio formativo può segnare il confine tra una esistenza precaria, pur marchiata da mille difficoltà, e l’indigenza più completa, fatta di sogni abortiti e di disperazione. Una borsa lavoro può determinare il destino di lavoratori instancabili e delle loro famiglie, di lavoratrici laboriose ed econome in tutto e di bimbi senza futuro, rassegnati, loro malgrado, già da piccoli alla difficile arte di sopravvivere e ad un destino di eterna rinuncia».

Ai consiglieri regionali viene, quindi, chiesto esplicitamente il loro «interessamento» e il loro «sostegno». Anche perché – si fa notare – a questi lavoratori viene difficile pensare che «la volontà politica e amministrativa della Regione Calabria ci abbandoni in balia della povertà. Perché di questo si tratta, senza rinnovo o una qualsiasi continuazione del tirocinio/lavoro il nostro destino sarà quello di andare ad infoltire le truppe di quell’enorme esercito di poveri che scontano l’abbandono della politica e della fortuna. Noi quindi confidiamo in voi, rappresentanti istituzionali di un territorio difficile, quale è il Vibonese».

L’appello che viene, infine, rivolto ai rappresentati vibonesi a Palazzo Campanella è quello di cercare insieme al presidente della giunta regionale Mario Oliverio e al commissario dell’azienda Calabria Lavoro, Antonio De Marco, nel più breve tempo possibile, una soluzione concreta «affinché un gruppo di 49 persone non passi da un’opportunità lavorativa pur precaria ad una vita di stenti. Ci vedremo altrimenti costretti – concludono i tirocinanti – a renderci autori di azioni eclatanti pur di riuscire a tutelare la nostra dignità e il nostro futuro».

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