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REGGIO CALABRIA – Moderno, efficace, rapido e sicuro. Soprattutto, almeno per il momento, non ancora intercettabile. I boss della ‘ndrangheta hanno scelto whatsapp per controllare gli affari delle proprie cosche anche a distanza. Usano il palmare e la chat a costo quasi zero, per impartire ordini ai propri luogotenenti e guidare il loro esercito di affiliati. Il messaggio ha soppiantato il “pizzino”: antico custode dei segreti criminali che, troppo spesso, ha tradito i padrini, consentendo agli investigatori di entrare nei meandri della strategia mafiosa.

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Anche Giuseppe Coluccio, potente boss della Locride, ha scelto la tecnologia per non perdere mai di vista gli affari di famiglia. E’ questa una delle particolarità che emerge dall’inchiesta “Acero Krupy”, curata dalla Direzione distrettuale antimafia in collaborazione con il Servizio centrale operativo della Polizia di Stato ed il Ros dei carabinieri, che ha portato a decine di fermi all’alba di lunedì.

Il boss di Marina di Gioiosa Jonica attraverso il servizio di messaggistica istantanea avrebbe continuato a guidare i suoi uomini dislocati in Canada. «Per gli annunci più importanti – si legge nelle carte dell’inchiesta della Dda – alcuni di loro si affidavano ai servizi di messaggistica istantanea (WhatsApp) operanti sulla rete Internet; un impianto di comunicazione difficilmente violabile dagli organismi investigativi, col quale poter perfino colloquiare in maniera diretta, attraverso il recente rilascio di una major release che ha reso possibile la realizzazione di chiamate Voice over IP (comunicazioni audio-video in real time)».

Un’opportunità che Giuseppe Coluccio starebbe sfruttando appieno, anche per impartire importanti disposizioni ai propri giovani affiliati che, così, in sua assenza, lo rappresenterebbero a pieno titolo nella provincia dell’Ontario.

Sono alcune intercettazioni a carico di Vincenzo Crupi, registrato dagli investigatori mentre si sfoga con il cognato Vincenzo Macrì dentro il suo ufficio di Siderno, ad offrire questi spunti ai magistrati antimafia Gratteri, De Bernardo e Sirleo. «Come no, certo che lo ha chiamato… – questo uno stralcio dell’intercettazione – o Vi’ si sentono quattro, dieci, quindici volta al giorno Vi’, su whatsapp… tutte le cazzate… Vi’! Non si muovono se non si parlano con Peppe».

La ‘ndrangheta non può permettersi di interrompere il flusso di comunicazione fra la base ed i distaccamenti criminali disseminati in tutto il mondo. I boss non possono smettere di mandare messaggi alle proprie “truppe” ma, allo stesso tempo, non vogliono finire nelle maglie della giustizia. Per farlo non badano a spese Uno dei crucci degli ‘ndranghetisti moderni è, di certo, quello per le apparecchiature di telefonia mobile di ultima generazione.

Così è stato anche per Vincenzo Crupi, la sponda olandese per i traffici illegali dei Commisso che è stato fermato nell’ambito dell’inchiesta “Acero Krupy”. Nella sua abitazione olandese, infatti, i poliziotti dello Sco, guidati da Renato Cortese, hanno trovato e sequestrato – nell’ambito di un’operazione congiunta con la National Crime Squad Time One olandese – un telefono cellulare davvero molto particolare. Nelle mani degli agenti della Polizia di Stato, infatti, è finito un apparecchio blackberry, schermato contro le intercettazioni, che sarebbe stato acquistato negli Stati Uniti al costo di circa 10 mila euro.

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