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VIBO VALENTIA – Per parecchi anni l’abnorme lunghezza delle liste d’attesa nell’Asp vibonese è stata una “non notizia”, tanto frequente erano i casi di pazienti costretti ad aspettare mesi e mesi per una visita o un esame specialistico. Negli anni il Quotidiano ne ha raccontate parecchie di queste vicende, compresa quella, paradossale, di un paziente che il giorno fissato per la prenotazione non si poté presentare perché nel frattempo era …deceduto. C’è da dire, obiettivamente, che negli anni qualcosa è un po’cambiato. In genere i tempi sono diminuiti, anche se non in maniera significativa, persistono però delle sacche di disagio che, in alcuni casi, sono peggiorate. Circa le liste d’attesa, comunque, l’Asp vibonese può vantare un piccolo ma significativo primato.

Lo sottolinea Nicola Nocera, responsabile aziendale dell’ufficio Cup: «La nostra azienda è l’unica in Calabria a pubblicare sul proprio sito i dati relativi alle attese per visite ed esami sia nelle strutture ospedaliere che nei poliambulatori territoriali. E’ una dimostrazione di trasparenza che va in direzione di un migliore rapporto tra Asp e utenza». Dall’esame dei dati si evincono chiaramente alcuni particolari. Intanto, com’era logico attendersi, le maggiori richieste si indirizzano verso gli ambulatori interni all’ospedale Jazzolino, il maggiore nosocomio del Vibonese, e i poliambulatori del capoluogo, in località Moderata Durant. All’ospedale si va da visite immediate (settore nefrologico, pediatrico o neurologico) ad attese di pochi giorni (è il caso di molti esami radiologici, delle visite cardiologiche, otorino, ginecologiche).

Le attese poi aumentano fino al caso limite di un’ecografia addominale o toracica per la quale ci deve rassegnare ad attendere ben 273 giorni, o di una mammografia che viene prenotata a distanza di 266 giorni, praticamente 9 mesi, il che impedisce, in caso di tumore, di correre immediatamente ai ripari. Non va meglio per un’ecografia transrettale (212 giorni) mentre se volete prenotarvi per una visita ortopedica dovrete attendere 205 giorni, che scendono a 156 per una risonanza magnetica. Situazione con luci ed ombre anche ai poliambulatori di località Moderata Durant dove per una visita dell’allergologo si va da un’attesa di 4 giorni a ben 264, a seconda dello specialista prescelto. Una forbice incomprensibile, così come quella per un’ecografia (da 90 a 200 giorni), per angiologia (da 5 a 131 giorni) e oculistica (da 70 a 190 giorni). Se poi aveste bisogno di una vista ortopedica, sappiate che avverrà non prima di quattro mesi, 120 giorni esatti. Oltre allo Jazzolino e a Moderata Durant, a servizio dell’utenza ci sono gli ospedali di Serra, Tropea e Nicotera e i poliambulatori di Mileto, Serra, Soriano, Tropea, Nicotera, Pizzo e Filadelfia. Sul territorio va un po’ meglio, ma appena un po’. Con dei casi, però, davvero incredibili. All’ospedale di Tropea il dato più eclatante: se per una Tac non c’è praticamente da attendere, provate a prenotare un esame urodinamico: vi diranno che c’è da aspettare ben 448 giorni. Non è un errore di digitazione, l’attesa è di 15 mesi. Mentre per una visita urologica si verrà prenotati a quattro mesi. Un fatto abnorme, che si spiega facilmente: in questo servizio, unico per tutta l’Asp, ci sono solo due urologi, uno dei quali (il primario) è anche sindaco di Tropea. Fanno il possibile ma i miracoli no. Altro caso limite: un’ecocardiografia viene prenotata a 371 giorni. Vi risparmiamo l’elenco completo. Basti dire che in generale le specialità ad attesa più cospicua sono dermatologia con 225 giorni, endocrinologia, alcuni tipi di ecografie. «Va sottolineato – distingue il direttore sanitario aziendale Michelangelo Miceli – che per molte specialità le attese sono contenute in tempi “fisiologici”, un risultato dovuto all’impegno profuso dall’azienda in tale direzione. Persistono, è vero, liste molto lunghe ma in molti casi, al di là delle carenze d’organico che pure incidono abbastanza in alcune specialità, esse sono conseguenza delle richieste, contraddittorie, degli utenti o del loro comportamento non corretto».

E spiega: quando un paziente richiede un’ecografia urgente il sistema lo prenota alla prima data utile in uno qualsiasi dei presidi o poliambulatori dell’Asp. «Quando gli si dice che la può fare in pochi giorni, poniamo, a Serra o altrove il paziente quasi sempre rifiuta e chiede di farla allo Jazzolino, dove però l’attesa è di vari mesi e questo lo fa imbufalire. In questi casi però non è corretto parlare di liste d’attesa lunghe». Ci sono poi utenti che non sono più interessati perché, nell’attesa, la visita o l’esame li hanno fatti altrove ma dimenticano di telefonare al Cup per comunicarlo, nonostante per questo sia prevista ed applicata una sanzione di 15 euro. «Appena possiamo – spiega Ernesto Torchia, del servizio Cup – siamo noi stessi a telefonare agli utenti e ad aggiornare le liste. Ma è evidente che non possiamo passare il tempo a telefonare, sono loro che devono comunicarlo al Cup. Molti non lo fanno e così purtroppo le liste si allungano».

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