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REGGIO CALABRIA – Presi dal collo, minacciati ed aggrediti: è accaduto a due medici del reparto di Cardiologia degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria quando in corsia è sbucato un paziente “impaziente” che non voleva fare la fila al Pronto Soccorso.
Si tratta dell’ennesima aggressione all’interno del principale presidio sanitario cittadino negli ultimi mesi ed a denunciarlo è l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della provincia di Reggio Calabria. Dopo Topa, Costarella e Nucera, stavolta ad essere assaliti sono stati altri due stimati professionisti in servizio nel reparto di Cardiologia ovvero Enzo Amodeo e Virgilio Pennisi.
Per l’Ordine dei Medici, a questo punto “ormai è impossibile lavorare. E’ veramente difficile per i medici poter svolgere la loro missione a tutela della salute dei cittadini della nostra provincia”. Peraltro, una volta intervenute le forze dell’ordine, nonostante le pretese, le minacce e la violenza fisica il paziente è stato comunque visitato dal medico preposto. Successivamente, i due sanitari hanno sporto formale denuncia per l’aggressione subita venendo refertati con una prognosi di 15 giorni.
“La situazione ormai è insostenibile, – rimarcano i medici reggini – non solo ai Riuniti ma in tutti i presidi della nostra provincia. Come Ordine, più volte ed anche recentemente, abbiamo invocato più sicurezza per i medici evidenziando questa drammatica situazione su vari tavoli istituzionali e cercando di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle istituzioni e delle politica. Abbiamo scritto al Prefetto, al Commissario per la Sanità in Calabria e persino al Ministro della Salute ma, adesso, davvero non sappiamo più a che Santo votarci”.
L’Ordine dei Medici esprime solidarietà ad Amodeo e Pennisi, ed al contempo, rinnova il ricordo di quei medici che, negli anni passati, sono caduti sul campo vittime di una atroce ed incontrollata violenza. “Si continua a parlare di assunzioni per colmare le carenze del personale medico e paramedico – proseguono – ma, ad oggi, sembra solo fumo negli occhi anzi, quotidianamente, si assiste alla chiusura di reparti nei vari presidi della provincia. Medico e paziente sono alleati e non nemici ed insieme occorre combattere affinché questo piano di rientro, causa di tutti i disagi del sistema, possa finalmente essere accantonato perché il problema del deficit della sanità calabrese non si risolve tagliando personale sanitario e reparti”.
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