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LOCRI (REGGIO CALABRIA) – Ha lavorato per quarant’anni al Tribunale di Locri, ma adesso vive in una situazione di estremo disagio economico. Ha saputo ufficialmente soltanto il 29 maggio di dover andare in pensione dal primo giugno. Il risultato? Non ha potuto usufruire di undici giorni di ferie maturate nel corso dell’anno 2015 più quelle pregresse da usufruire entro giugno. Ma il vero dramma è un altro. Da giugno ad oggi non ha ricevuto un centesimo dopo quarant’anni di lavoro. E ieri l’Inps gli ha comunicato che il primo pagamento avverrà a ottobre.
E’ il calvario, aggravato da problematiche di natura familiare, di Giuseppe Michelizzi, originario di Bovalino, operatore giudiziario e volto storico del tribunale di Locri. La comunicazione della Corte d’Appello di Reggio all’Inps doveva avvenire sei mesi prima della data di pensionamento. Ma ciò non è avvenuto. E così per Michelizzi, e i suoi sei componenti della famiglia, la prima estate di “riposo” si è trasformata in un dramma. Tra bollette non pagate (ha già ricevuto l’avviso di distacco da parte dell’Enel) e cambiali in scadenza che si avviano al protesto Michelizzi si ritrova con le spalle al muro. E nella giornata di ieri si è lasciato andare a un duro sfogo anche su Facebook. «Il sottoscritto dopo aver lavorato per quarant’anni e seriamente, si trova da maggio senza un centesimo di pensione, per la negligenza dei signori della Corte di Appello nonché degli uffici di Roma – spiega Michelizzi – Sia Reggio Calabria che Roma non hanno provveduto sei mesi prima ad avvisare del pensionamento imminente. Stamattina ho avuto notizie dall’Inps che il primo pagamento avverrà il primo di ottobre. Ossia quattro mesi senza vedere un centesimo».
L’uomo è allo stremo. «Al primo avviso di distacco di luce o gas mi recherò in Corte di Appello per i provvedimenti del caso» si sfoga. Le ha provate tutte per riuscire ad ottenere il prima possibile quanto “meritato” in quarant’anni di lavoro ma purtroppo l’Inps ha ricevuto la comunicazione del suo pensionamento a maggio. «La Corte di Appello fa sapere che per la lavorazione della pratica necessitano tre mesi, aumentati a quattro per lo scomodo estivo» spiega ancora Michelizzi. Dopo un’estate infernale Michelizzi ha deciso di non arrendersi per far valere le sue ragioni. E ha deciso di rivolgersi anche alla trasmissione di Canale 5 “Striscia la notizia” per denunciare, anche a livello nazionale, quanto sta accadendo a lui e alla sua famiglia. Il calvario dovrebbe durare un altro mese. Ma sino a quel giorno per Michelizzi le ore saranno una corsa ad ostacoli. Questo è il premio che merita un lavoratore dopo quarant’anni di servizio.
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