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CROTONE – Avrebbero nascosto al fisco ben 1 milione e 600 mila euro mettendo in atto una serie di operazioni elusive sfociate poi nella falsa vendita di un capannone industriale. Con queste accuse la Guardia di Finanza di Crotone ha denunciato tre persone.

Dalle indagini è emerso che tra le varie attività evasive rientravano anche delle cessioni di quote del capitale sociale che in realtà erano simulate in quanto i corrispettivi per 500 mila euro erano stati pagati solo in parte. I finanzieri hanno chiesto il sequestro per equivalente finalizzato alla confisca. L’entità dell’evasione accertata aveva determinato la segnalazione all’Autorità Giudiziaria dei soci ed amministratori pro tempore dell’impresa per le ipotesi di reato di omessa dichiarazione, nonché occultamento o distruzione delle scritture contabili. Le Fiamme gialle hanno proseguito l’attività investigativa allo scopo di fare piena luce della vicenda, anche in considerazione dei repentini mutamenti registrati nella compagine sociale. Gli approfondimenti effettuati, attraverso escussione di persone informate sui fatti ed analisi dei movimenti finanziari, nonostante le versioni di «comodo» fornite da alcuni soggetti, hanno consentito di appurare che le ripetute cessioni di quote del capitale sociale erano in realtà operazioni simulate.

In sostanza il passaggio di quote sociali e quindi della proprietà della società assolveva soltanto alla funzione di affrancare da responsabilità il vero “dominus” dell’azienda, attribuendo la rappresentanza legale della società ad un mero prestanome.

In questo contesto si inserisce la cessione del capannone industriale. Anche in questo caso, infatti, quanto dichiarato nell’atto di compravendita non ha trovato riscontro nella realtà, atteso che la società acquirente, tra l’altro successivamente trasferitasi in Portogallo, non ha rispettato gli obblighi assunti contrattualmente, tra cui quello di farsi carico delle esposizioni bancarie della società cedente. La compravendita sarebbe stata simulata per arrecare pregiudizio alle azioni di riscossione coattiva dei crediti erariali, lasciando la formale titolarità dell’immobile nelle mani sicure di un affidabile prestanome, apparentemente soggetto terzo in buona fede.

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