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GIOIA TAURO – Persino Confindustria ha condiviso le ragioni che stanno alla base della proclamazione dello sciopero indetto dal Sul e dal Coordinamento dei Portuali di Gioia Tauro per domani.
Ma gli industriali ritengono dannoso un blocco di 24 ore in questo delicatissimo momento per lo scalo portuale. Loro, invece, che dal 2006 hanno creato il Coordinamento dei Portuali, dopo un contratto aziendale bocciato e siglato lo stesso dai confederali, hanno deciso di andare avanti lo stesso. Lo sciopero si farà è servirà a «fare chiarezza» su programmi ed investimenti.
«C’è un porto che sta spegnendosi lentamente» dicono da tempo e noi non possiamo assistere al declino senza tentare di reagire. Una realtà che è sotto gli occhi di tutti. A giugno scorso, l’ex assessore De Gaetano aveva assicurato un vertiginoso aumento che si sarebbe dovuto registrare a luglio. Ma si è quasi a fine agosto e di quei volumi in più non si sa nulla. Nel frattempo Contship Italia e Msc hanno acquistato le azioni della Maersk, che abbandona Gioia Tauro e sposta tutto su Vado Ligure. Avrebbero dovuto parlare Aponte e la Battistello per spiegare i programmi e gli investimenti dopo l’accordo che ridisegna gli equilibri in Mct. Ma non l’hanno fatto. C’è silenzio. Uno strano silenzio che potrebbe essere il preludio a scenari non belli.
Volumi che calano e cassa integrazione che aumenta. Ed allora l’attesa è finita «occorre passare alla mobilitazione prima che sia troppo tardi» dicono i sindacalisti del Sul: «Al di là dei facili proclami e delle roboanti promesse che periodicamente vengono fuori, lo scalo di Gioia Tauro sta progressivamente perdendo terreno nella competizione globale ed i numeri dimostrano impietosamente che lo scalo dal 2011 è in costante stato di crisi e la situazione sta addirittura peggiorando con un livello di volumi di contenitori movimentati che ha toccato il minimo storico. E questo – dicono al Sul – è testimoniato dal fatto che Medcenter Container Terminal Spa il 29 luglio ha richiesto per il quinto anno consecutivo la Cassa Integrazione Straordinaria per 353 unità lavorative senza alcuna prospettiva di un riassorbimento del personale al termine della procedura. L’assenza totale di concretezza sta affossando le speranze non solo del porto di Gioia Tauro ma di un’intera Regione che da uno sviluppo organico di tale infrastruttura avrebbe potuto giovare in termini di occupazionali e di rilancio economico. Si assiste, al contrario, ad un’impasse inaccettabile, forse voluta, con il commissariamento infinito dell’Autorità Portuale e con la riproposizione di ricette decotte come la Zes i cui tempi di realizzazione non coincidono assolutamente con il tempo a disposizione del porto. Infatti, dal 27 giugno 2013 data in cui è stato comunicato alla Presidenza del Senato della Repubblica il Disegno di Legge d’iniziativa del Consiglio Regionale della Calabria n. 894 per l’Istituzione di una Zona Economica speciale nel distretto logistico-industriale della Piana di Gioia Tauro della stessa non si hanno ulteriori notizie. Non è possibile attendere oltre».
Manca un piano b, manca un’idea di programmazione che rilanci il retro porto. «E’ il momento di scendere in campo per chiarire, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che a Gioia Tauro esiste un’infrastruttura dalle enormi potenzialità collegata con i maggiori porti del pianeta e che viene tenuta ai margini probabilmente da interessi economici che non coincidono con il bene della Calabria. E’ ora di fare chiarezza». Chiarezza invoca il Sul. Chiarezza e mobilitazione da parte di tutti. «I politici calabresi ad ogni livello devono pretendere, una volta per tutte che sul porto vengano operate delle scelte strategiche per il suo pronto rilancio puntando sullo sviluppo reale dell’intermodalità e su una necessaria diversificazione delle attività portuali, esigendo, contestualmente dai terminalisti formali impegni su investimenti e prospettive per il futuro. Occorre, dunque, una forte mobilitazione del territorio calabrese per urlare tutto il dissenso rispetto ad uno stato di fatto che vede la nostra regione soccombere a causa di scelte errate e completa assenza di programmazione».
Ma chi ci andrà alla manifestazione del Sul? I parlamentari grillini Federica Dieni e Nicola Morra hanno annunciato la loro presenza. Ci saranno i sindaci del territorio, sicuramente altri politici di altri schieramenti. Ma i dirigenti del Sul aspettano una risposta dal presidente della Giunta Regionale Mario Oliverio, che fino ad oggi è rimasto silente. «Presidente senta anche noi – gli avevano detto i sindacalisti del Sul – e non solo chi gli racconta una realtà edulcorata. Venga a trovarci o ci convochi le racconteremo da calabresi come stanno le cose per davvero al porto».
Raccoglierà il grido di allarme del Sul Oliverio? Oppure aspetterà sulla riva del fiume fidandosi di rassicurazioni che altri, forse , per interessi diversi, gli stanno raccontando da tempo? Sullo sfondo alla fine di quest’altro anno di cassa integrazione potrebbero esserci ben 400 esuberi più quelli dell’indotto.
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