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CATANZARO – Con il 65% dei suoi paesaggi costieri per sempre stravolti dal cemento, il record negativo tra le regioni d’Italia spetta alla Calabria. E’ quanto emerge dal rapporto di Legambiente “Salviamo le coste italiane”.
Nella punta dello Stivale, infatti, i dati raccolti da Legambiente sono impressionanti: su un totale di 798 chilometri di meravigliosi paesaggi, meno di un quarto sono rimasti intatti. Ben 523 chilometri sono stati trasformati (in peggio) da interventi edilizi, anche illegali. E in poco più di 20 anni (1988-2011) 11 km di costa sono stati consumati per realizzare seconde case e centri turistici.
La più tartassata è stata la costa tirrenica dove gli edifici hanno cancellato importanti aree agricole, intaccato paesaggi montuosi di rara bellezza, avvicinato i centri esistenti, densificato e cementificato in maniera irresponsabile un patrimonio naturale inestimabile.
Sul poco onorevole podio si piazzano poi seconde a pari merito Abruzzo, Lazio e Liguria. In queste tre regioni il 63% del territorio affacciato sul mare ha cambiato volto a causa degli interventi umani.
Dalla Liguria alla Calabria, dunque, è il mar Tirreno, con il 70,4% del litorale cementificato a vedere maggiormente stravolte le sue coste. Non va molto meglio per lo Jonio dove il 60,1% del lungomare è stato violato e modificato dall’uomo. Resiste ancora l’Adriatico con poco più della metà delle coste stravolte (53,9%).
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