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CATANZARO – Nuovi sviluppi nell’ambito dell’inchiesta “Dirty soccer” sulla compravendita di partite nei campionati minori partita da Catanzaro lo scorso maggio (LEGGI LA NOTIZIA) e diffusasi praticamente in tutto il meridione coinvolgendo a più riprese diverse squadre di calcio calabresi e non solo (LEGGI L’ULTERIORE SERIE DI INDAGATI).
Questa mattina, infatti, la Polizia di Stato ha recapitato nuovi avvisi di garanzia, disposti dalla Procura della Repubblica di Catanzaro, a carico di 10 persone, tra cui calciatori e dirigenti di società sportive, ritenute responsabili di aver partecipato all’alterazione dei risultati di alcune partite di calcio.
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I match incriminati sono: Tuttocuoio–Gubbio (disputatasi il 29.03.2015), Santarcangelo–Ascoli (disputatasi il 25.04.2015), Gubbio–Santarcangelo (disputatasi il 19.04.2015), L’Aquila–Grosseto (disputatasi il 03.05.2015) e Juve Stabia–Vigor Lamezia (disputatasi il 03.05.2015), tutte del campionato di Lega Pro – Gironi B e C anno 2014/2015.
Alcuni degli indagati erano già stati colpiti da avvisi di garanzia nell’ambito dell’operazione Dirty Soccer, eseguita nello scorso mese di maggio, mentre ai nuovi soggetti sottoposti a indagine è stata contestata la frode in competizioni sportive aggravata dall’essere oggetto di concorsi pronostici e scommesse.
Secondo gli inquirenti l’alterazione del risultato aveva come obiettivo «l’illecito guadagno conseguente alle scommesse sul risultato delle stesse» che quindi risultavano essere partite truccate.
LE CONTESTAZIONI – Nel dettaglio, gli inquirenti chiariscono attraverso una nota stampa le contestazioni che vengono mosse con riguardo alla gara tra il Tuttocuoio ed il Gubbio sarebbe emerso che Ercole Di Nicola, direttore sportivo del L’Aquila all’epoca dei fatti, attraverso l’intermediazione di Eugenio Ascari e forte della disponibilità economica di Edmond Nerjaku (imprenditore albanese emerso nel corso delle indagini quale scommettitore/finanziatore di precedenti combine) si sarebbe prodigato per alterare la partita con il sostegno di Andrea Bagnoli, secondo gli inquirenti all’epoca dei fatti dirigente di fatto del Tuttocuoio ma in realtà incarico formalmente smentito dalla stessa società che ha precisato che Bagnoli, tra l’altro agente Fifa, mai sarebbe stato dirigente del Tuttocuoio.
Con riferimento all’incontro del 25 aprile 2015 tra il Santarcangelo e l’Ascoli dalle indagini è emerso che Mauro Ulizio, Massimiliano Carluccio, Marcello Solazzo e Raffaele Pietanza (già indagati nelle precedenti tranches dell’operazione), hanno proposto al calciatore del Santarcangelo, Vito Falconieri, di perdere la partita dietro pagamento di un lauto compenso. In questa circostanza il gruppo, per finanziare la combine, si sarebbe avvalso del serbo Uros Milosavlevic, interessato grazie alla intermediazione di Fabio Di Lauro e, in questo caso, anche di Tanja Djordjevic, parente del serbo.
Con riguardo alla partita Gubbio–Santarcangelo, si sarebbe accertato che gli indagati Massimiliano Carluccio, Marcello Solazzo e Raffaele Pietanza avrebbero offerto una cospicua somma di denaro a Vito Falconieri affinché questi unitamente ad altri suoi compagni di squadra, tra cui Michele Nardi, falsassero la loro prestazione per far perdere la loro squadra.
Per quanto concerne l’incontro del 3 maggio 2015, L’Aquila–Grosseto, la Polizia avrebbe accertato che Ercole Di Nicola avrebbe proposto ad un dirigente del Grosseto, allo stato non identificato, di alterare la partita in modo che il risultato fosse di parità.
Infine la partita tra la Juve Stabia e la Vigor Lamezia avrebbe fatto registrare che Felice Bellini e Sebastiano La Ferla, sicuri del finanziamento procurato da un soggetto maltese, Ilier Pelinku, allo stato non compiutamente identificato, avrebbero proposto al Presidente ed al Direttore Sportivo della compagine lametina di alterare l’incontro calcistico. In questa circostanza, però, sia Claudio Arpaia che Fabrizio Maglia, rispettivamente Presidente e Direttore Sportivo della Vigor Lamezia, non hanno accettato la proposta illecita.
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