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COSENZA – Nonostante i suoi impegni da direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio racconta volentieri “Slurp – Lecchini, cortigiani & penna alla bava. La stampa al servizio dei potenti che ci hanno rovinati”, lo spettacolo (tratto dal libro edito da Chiarelettere), che lo vedrà protagonista domani sera, 16 luglio, al Castello Svevo di Cosenza, dalle 21, insieme all’attrice Giorgia Salari, diretti da Valerio Binasco.

Parla di politica Travaglio, ovvio, ma anche della sua «ipertrofia dell’ego», dell’odio per selfie e fotografie, di Calabria, del suo amico Elio Veltri e di dove andrà in vacanza questa estate. Risponde su tutto. Tranne che sulla sua vita privata perché «è talmente noiosa che preferisco sorvolare». Il titolo dello spettacolo consente al pubblico di farsi già una buona idea di ciò che vedrà.

«È una carrellata di slurpate nel corso di questi ultimi venti anni, ci sono tutti i migliori leccatori. Si parte da “Mani pulite” quando tutti leccavano i giudici del pool di Milano, poi sono ritornati a leccare i ladri e molti si sono trasformati in fan di Berlusconi come Ferrara o Vespa. Quando dal palco leggiamo una leccata qualche volta facciamo indovinare al pubblico di chi si tratta. Raccontiamo di chi si è sempre trovato pronto a rivoltare la lingua col servosterzo a seconda dall’esito delle elezioni: si sono schierati con Prodi, Veltroni, poi di nuovo con Berlusconi, Napolitano, Monti fino ad arrivare a Renzi e Mattarella il quale però, bisogna dire, non ha mai chiesto di essere “leccato”. Giornalisti e politici sono i più grandi leccatori ma ci sono anche artisti e pensatori. C’è gente che è arrivata molto in alto: Ferrara non è solo un giornalista è stato anche ministro oppure basta pensare a Bondi. Nello spettacolo c’è anche la meravigliosa intecettazione di Agostino Saccà che dice a Berlusconi di come la gente lo veda come il papa e tutto questo lo dice “senza piangeria”. Giorgia (Salari, ndr), fra l’altro è bravissima con il calabrese quando imita Saccà così come è molto brava col fiorentino per i renziani».

Perché nasce l’esigenza di portare il giornalismo a teatro? I suoi detrattori dicono che lo fa per saziare il suo ego.

«Tutti noi facciamo i giornalisti per “ipertrofia dell’ego”. Io la soddisfo con la mia firma e con i miei articoli. Mi sazio già. A teatro, l’altra sera, una signora mi ha detto: “Lei mi vuole male perché ora leggerò i giornali ridendo”. È esattamente questa la ragione per cui ho deciso di portare i miei libri a teatro: far riflettere la gente. A me piace molto fare il giornalista e quindi devo leggere anche quelli degli altri; potrei essere felice con una concorrenza così scadente però io mi incazzo ogni mattina leggendo certe leccate oppure mi metto a ridere. Io voglio migliorare il giornalismo responsabilizzando il lettore: se diventa un soggetto attivo con senso critico allora protesterà se avrà un giornale scadente in mano. Il lettore vuole le notizie e non le leccate di culo che sono gratis con “Porta a porta” o con i comunicati stampa».

In Calabria torna spesso ormai, che idea si è fatto su luoghi e persone? Uno dei suoi libri più celebri, “L’odore dei soldi”, è scritto con il calabrese Elio Veltri fra l’altro.

«Elio aveva portato la sua ottima intransigenza calabrese nel Partito socialista che poi lo ha espulso ed era un piacere vederlo combattere sia nella politica regionale che in parlamento. Quando passo in Idv non ha risparmiato critiche ai compromessi di Di Pietro. A me piace molto la Calabria, sono stato a Trame, a Diamante, in Aspromonte e in tanti altri luoghi. Quando incontro i calabresi a teatro danno segnali e sono sempre tantissimi. È una terra molto assettata di partecipazione la Calabria e i luoghi comuni non li ho mai riscontrati. C’è una grossa parte di classe dirigente indecente e le persone meritano di meglio; in Calabria si vivono drammi che vive tutta l’Italia grazie al centrodestra e centrosinistra».

Tutti cercano di avere informazioni sulla sua vita privata… Visto che è estate non è che si lascia andare un po’ e ci racconta qualcosa?

(Ride) «La mia vita privata è talmente noiosa che preferisco sorvolare. Io, se non apparisse come un gesto di maleducazione, rifiuterei foto e selfie perché non mi sembra giusto essere scambiato per un cantante. Preferisco essere avvicinato da qualcuno che voglia darmi notizie o commenti ma se mi trattano da personaggio mi infastidisco».

Ma Travaglio in vacanza ci va oppure anche lì pensa sempre alla politica?

«Certo che ci vado! Sono venuto anche in Calabria per rilassarmi. Vado sempre al mare e sempre in Italia, quest’anno torno in Sardegna ma vado in località poco conosciute».

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