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COSENZA – E’ ancora polemica a Cosenza sulla questione della tendopoli allestita per la comunità Rom sgomberata dal campo abusivo di Vaglio Lise. Diverse associazioni esprimono la loro «preoccupazione in merito ai gravi disagi e alle evidenti violazioni di legge». Durante due recenti visite – una effettuata lo scorso 10 luglio e l’altra ieri sera – «è stato possibile constatare più direttamente, anche mediante la presenza di medici volontari, le precarie condizioni di vita in cui versa l’intera comunità Rom e, in particolare, le persone in essa più vulnerabili: bambini ed anziani. Si osservano disagi e problemi di ogni genere, che il caldo torrido di questa estate amplifica ulteriormente» dicono le associazioni Sentiero Non Violento, San Pancrazio, Scuola del Vento, Ercolino Cannizzaro, Lav Romanò, Moci, La Spiega, Amnesty International, Piccole Sorelle di Gesù, Circolo Culturale Popilia, Auser e La Kasbah.
I PROBLEMI – «Nelle tende è difficile sostare per più di pochi minuti considerata l’elevata temperatura interna, che le rende di fatto inabitabili nelle ore diurne. Se non proteggono dal sole, esse non proteggono neanche dal freddo notturno e dalla pioggia: facilmente si allagano, come già è accaduto. I singoli nuclei familiari, sistemati al loro interno, sono poi separati semplicemente da un lenzuolo, cosa che rende impossibile ogni forma di intimità familiare. Le brandine fornite sono simili a quelle da spiaggia. Le docce disponibili forniscono per buona parte della giornata solo acqua fredda. Nessun frigorifero per la corretta conservazione di alimenti o medicinali. I fornelli per la cottura dei cibi sono 14 per 450 persone e funzionano in modo alternato, a motivo della periodica mancanza di corrente elettrica». A questo proposito va detto che si sta installando una condotta di metano per garantire anche l’utilizzo di cucine a gas, in sicurezza. «Non stupisce – concludono le associazioni- che a fronte di queste condizioni di vita sono tantissimi i casi di bambini affetti da febbre, dissenteria o altre patologie direttamente legate all’assenza di dotazioni minime essenziali». I Rom della tendopoli chiedono comunque un incontro con il sindaco per discutere di questi disagi. «Perché non viene qui dentro?» chiedono tutti. «Perché non viene a vedere come viviamo e come stiamo male? E che i topi ci sono anche qui?».
TEMPORANEITA’ – «La tenda è per definizione una soluzione provvisoria» replica il primo cittadino, per ribadire il concetto di soluzione temporanea. «Ma non abbiamo la bacchetta magica – aggiunge Mario Occhiuto, per spiegare che si tratta di una via obbligata per risolvere un problema che andava risolto senza avere, però, la certezza del risultato finale. «Entro fine settembre chi vorrà rimanere in città sarà benaccetto, ma dovrà mettersi autonomamente alla ricerca di una soluzione definitiva: dovrà trovarsi una casa e pagare un affitto. Li aiuteremo, ma non abbiamo altre case da assegnargli direttamente. Dovranno rispettare le graduatorie che rispettano i cosentini». «Sappiamo che la tendopoli non offre la migliore condizione, ma è certamente migliore della pericolosa baraccopoli sul fiume, in termini di sicurezza e igiene per loro e gli altri abitanti della città. Tanto più che i campi sono ormai vietati dalla legge, e le stesse associazioni sono contrarie. Perciò – conclude il sindaco – nessuno si aspetti che si potrà tornare a mettere su un campo. Dopo tanti anni, questo è finalmente un capitolo chiuso. Ma se le associazioni hanno idee migliori, vengano pure a proporcele». E sull’invito a visitare la tendopoli, replica: «Ci sono già stato diverse volte».
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