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MILANO – Si è concluso con la conferma della condanna inflitta in primo grado a 10 persone, una assoluzione e la riduzione della pena per un imputato il processo d’appello a carico di 12 uomini coinvolti nell’inchiesta della Dda di Milano sull’infiltrazione della ‘ndrangheta in Lombardia che aveva portato anche all’arresto dell’ex assessore regionale Domenico Zambetti, accusato di voto di scambio con le cosche (LEGGI LA NOTIZIA).

Si tratta degli imputati che avevano scelto di essere processati con rito abbreviato e in primo grado erano stati condannati a pene dai 14 anni e 8 mesi ai 2 anni e 8 mesi di carcere.

I giudici della Corte d’assise d’appello di Milano, quindi, hanno confermato la condanna a 10 anni e 10 mesi di reclusione per Sabatino Di Grillo, il presunto “capo” della ‘ndrina radicata in Lombardia e legata alla cosca Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia), e la condanna a 14 anni e 8 mesi per il suo braccio destro, Vincenzo Evolo. Confermati anche i 9 anni e 10 mesi inflitti ad Alessandro Gugliotta e i 14 anni e 2 mesi a Giampiero Guerrisi.

E’ stato assolto, invece, Salvatore Mancuso, accusato di aver preso parte a un sequestro di persona a scopo di estorsione. Mentre la pena è stata ridotta da 10 anni e 10 mesi a 8 anni e 8 mesi di reclusione per Giuseppe D’Agostino, definito nell’inchiesta il “portavoce” dei clan nel loro ruolo di avvicinamento a Zambetti. Nel suo caso, i giudici della Corte d’assise d’appello hanno riqualificato il reato in concorso esterno in associazione mafiosa.

L’ex assessore regionale Zambetti e altre persone, che non avevano scelto il rito alternativo ed erano state rinviate a giudizio, sono attualmente sotto processo all’ottava sezione penale del Tribunale di Milano.

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